Mancinelli Luigi

Luigi Mancinelli

Persona

compositore

, Orvieto / , Roma


Biografia   

dati biografici, fonte: Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1861-1900 + Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1900-1925, vol. II + Giovanni Masutto, I maestri di musica italiani del secolo XIX: notizie biografiche

MANCINELLI, Luigi. - Nacque a Orvieto il 5 febbr. 1848, secondogenito di Raffaele, appartenente a una famiglia di commercianti, musicofilo e componente per alcuni anni della banda cittadina, e di Giacinta Ferracci. All'età di quattordici anni il M. suonava il contrabbasso nella cappella del duomo di Orvieto e nel 1863 entrò a far parte della banda. La passione per la musica lo spinse al rifiuto dell'attività commerciale, prospettata dal padre, e alla fuga a Firenze, dove studiò privatamente violoncello con J. Sbolci e composizione con T. Mabellini. Lavorò come violoncellista, dapprima nell'orchestra del teatro della Pergola di Firenze (1867), poi in quella dei teatri Argentina e Apollo di Roma (1871). Nel 1874 fu assunto come primo violoncello (e preparatore dei cantanti) al teatro Morlacchi di Perugia, dove in quell'anno sostituì all'ultimo momento E. Usiglio nella direzione dell'Aida di G. Verdi. L'abilità dimostrata nel debutto direttoriale - ma la prima esperienza sul podio l'aveva avuta nel 1873 con Luisa Miller di Verdi - colpì l'editore G. Ricordi e l'impresario V. Jacovacci, che decisero di scritturarlo all'Apollo di Roma nella veste di maestro sostituto per la stagione 1875 (Aida, Gli ugonotti di G. Meyerbeer, Guglielmo Tell di G. Rossini) e di direttore al fianco del più anziano E. Terziani in quella successiva (1876), inaugurata con La vestale di G. Spontini (già diretta dal M. a Jesi l'anno precedente).

Il carisma palesato nell'affrontare il problematico allestimento del capolavoro spontiniano e il successo di pubblico ottenuto dopo le recite del Guarany di C.A. Gomes, imposero il M. all'attenzione della critica, che lo sostenne nelle prime romane de La Gioconda di A. Ponchielli, Le roi de Lahore di J. Massenet e Mefistofele di A. Boito (1877). Da questa data si può far iniziare l'amicizia con Boito, che verso il M. dimostrò sempre profonda stima, tanto da ritenerlo il suo interprete ideale. Verso la metà degli anni Settanta il M. si era cimentato nella composizione di romanze (Un'ora di musica, Album in chiave di sol, Al chiaro di luna, La calma del mare, Un'estate a Perugia) e di musiche cameristiche.

Fino al 1881 il M. consolidò nei teatri di Roma (Apollo, Politeama, Argentina, Valle) un repertorio ampio e raffinato - nel quale spiccavano le interpretazioni di Lohengrin (che meritò un "bravissimo" scritto di pugno da R. Wagner) e di Aida (Verdi si congratulò con un telegramma) - esibendosi anche in una decina di piazze italiane del Centronord. Importante occasione in ambito internazionale come direttore e compositore fu la partecipazione ai concerti del Trocadero di Parigi per l'Esposizione universale del 1878, durante i quali eseguì tre dei suoi Intermezzi sinfonici per la Cleopatra di P. Cossa.

Queste musiche di scena (1877) - insieme con quelle per la Messalina sempre di Cossa (1876) e per Tizianello di E. Lombroso (1880) - costituiscono la prima, autentica espressione dell'arte compositiva del M., condensandone già i principali tratti: il preziosismo dell'orchestrazione modellato sul sinfonismo di conio germanico (assimilato attraverso lo studio delle partiture non tanto di Wagner quanto di L. van Beethoven, F. Mendelssohn, F. Liszt, C.M. von Weber, R. Schumann), il gusto per la perorazione finalizzata alla trascolorazione timbrica dei temi principali, la concezione della forma come paratassi di singole aree tematiche.
Dopo Roma, il M. svolse la professione con ritmi frenetici a Bologna (1881-86), dove fondò la Società del quartetto, diresse il teatro Comunale e il liceo musicale G. Rossini (insegnandovi composizione) e al contempo rivestì la carica di maestro di cappella in S. Petronio. La presenza del M. portò l'orchestra bolognese a un eccellente livello qualitativo, esplicato nell'esecuzione delle sinfonie beethoveniane, nonché nella tournée torinese per l'Esposizione musicale del 1884. Durante gli anni bolognesi il M. entrò in contatto con il giovane F. Busoni (di cui diresse la cantata Il sabato del villaggio) e incontrò personalmente Liszt e Wagner (al M. fu affidato il concerto veneziano dedicato dal liceo musicale B. Marcello ai due celebri maestri).

Nel 1881 il M. sposò la nobildonna Luisa Cora, trovando in lei, cantante e pittrice, una felice corrispondenza di interessi artistici. In occasione del Festival guidoniano di Arezzo il M. scrisse l'Inno-marcia a Guido Monaco su testo di Boito (1882), e due anni dopo affrontò l'agone teatrale debuttando come operista a Bologna con Isora di Provenza (libretto di A. Zanardini). Lo scottante insuccesso di questa prima opera al S. Carlo di Napoli (1886) forse fu all'origine delle inattese dimissioni da tutte le cariche ricoperte a Bologna e del repentino abbandono della città. Dal 1886 il M. concentrò le proprie energie all'estero: in Inghilterra - introdotto da A. Randegger presso l'impresario Augustus Harris - diresse a Londra l'opera italiana al Drury Lane (1887) e le stagioni estive al Covent Garden (1888-1905), mentre al festival di Norwich presentò le sue cantate Isaias (1887) e Sancta Agnes (1905) insieme con Ero e Leandro (1896, versi di Boito) in forma di concerto. In Spagna fu attivo al teatro Real di Madrid dal 1887 al 1893 (portando per la prima volta nel 1888 la Carmen di G. Bizet) e animò la locale Sociedad de conciertos. A Londra e a Madrid il M. unì il ruolo direttoriale con la funzione di direttore artistico, esercitando un inusuale potere sulla scelta degli interpreti e dei cartelloni. In tale duplice veste - che caratterizzerà G. Martucci, L. Mugnone e A. Toscanini e che fece della figura del direttore d'orchestra il primo interlocutore di impresari e di editori - il M. si adoperò per la diffusione del repertorio coevo italiano e per la divulgazione dei lavori wagneriani.

Nel 1892 fu ad Amburgo e a Vienna (con una puntata genovese per interpretare il Cristoforo Colombo di A. Franchetti nell'anniversario della scoperta dell'America), nel 1893 a New York per la riapertura del Metropolitan (sua la prima di Pagliacci di R. Leoncavallo), nel 1898 in Canada e nel 1900 in California. Le defatiganti tournées estere non cessarono con il nuovo secolo - Lisbona (tra il 1901 e il 1920), Varsavia (1902), Dublino e Rio de Janeiro (1905), Buenos Aires (inaugurazione del teatro Colón con Aida nel 1908; poi 1809 e 1913), Barcellona (1910-11, 1913) - mentre l'attività direttoriale in patria subì un netto rallentamento (tredici le città che ospitarono il M. fra il 1907 e il 1916), cui non si accompagnò mai un calo qualitativo (da ricordare la prima assoluta fuori Bayreuth del Parsifal di Wagner, avvenuta nel 1914 a Bologna, e la pionieristica imposizione dei lavori di R. Strauss (Salomè) e C. Debussy (Pelléas et Mélisande). La distensione dei ritmi lavorativi andò a vantaggio dell'attività compositiva del M., che tra il 1907 e il 1921 (anno della sua morte) diede alla luce undici lavori: Ouverture romantica (1907), Romanza senza parole per violoncello e pianoforte (1907), Paolo e Francesca (Bologna 1907, versi di A. Colautti), Prière des oiseaux per voci bianche e orchestra (1910), Sei melodie (1914), la "fantasia lirica" Sogno d'una notte d'estate (1915-17, non rappresentata), musiche per i film ("visioni storiche") Frate sole (M. Corsi, 1917) e Giuliano l'apostata (U. Falena, 1919), Inno-marcia dei mitraglieri (1917), Canto del tricolore (1919), Canto degli orfani morti per la patria (1921). Il M. scrisse inoltre 2 cantate per soli coro e orchestra, 12 opere vocali liturgiche, 9 opere vocali da camera, 5 pezzi orchestrali (tra cui Scene veneziane e Riflessi e paesaggi) e 8 brani cameristici.

Il M. morì a Roma il 2 febbr. 1921.

La sua biblioteca fu donata dagli eredi al conservatorio di Genova, mentre la maggior parte delle fonti autografe è nell'Archivio di Stato di Terni - Sezione di Orvieto.

fonte: Dizionario Biografico degli Italiani, voce a cura di Lorenzo Mattei (treccani.it)

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Documenti: corrispondenza