Salviati Paolo
fotografo
Venezia
La sua professione fu il falegname ma dalla metà degli anni Cinquanta dell’’800 aprì un atelier di fotografia. Salviati, inoltre, risulta tra i vari atelier veneziani (tra cui Carlo Ponti, Coen e Perini), processati e condannati a un pagamento danni per aver “copiato” alcune fotografie del fotografo Naya, che venivano acquistate nel negozio Naya di Piazza San Marco e successivamente rivendute con altro marchio (principale responsabile fu ritenuta la vedova di Tommaso Sargenti). I negativi Naya acquistati venivano ritoccati e poi rivenduti. Il processo si concluse lo stesso anno della morte del Naya, 1882.