Lekegian & C.° G.

fotografo

Opposite Shepheard's Hôtel, Esbekieh, Cairo, Egypte

Gabriel Lekegian (1860-1920), fotografo armeno
Photogr. Artistique G. Lekegian & Co

Il nome dello studio ‘Photogr. Artistique G. Lekegian & C°' appare su alcune delle immagini più famose scattate alla fine del XIX secolo in Egitto. Nel 1880, Lekegian ha sede a Costantinopoli. Non si sa cosa l'abbia spinto a trasferirsi improvvisamente al Cairo o la data esatta del suo arrivo lì, né esiste documentazione sul suo passaggio dalla pittura alla fotografia, probabilmente ha lavorato come apprendista in uno degli studi fotografici armeni o greci prima di intraprendere la carriera di fotografo. Ha lo studio di fronte allo Shepheard's Hotel nel cuore del quartiere europeo del Cairo e ben presto ha successo fra i turisti e i residenti europei. Oltre a foto di vita quotidiana, dei monumenti egiziani e di ritratti, Lekegian diviene fotografo di corte, ed è stato fotografo ufficiale dell'esercito britannico in Egitto. Fornisce "reportage" sulle massicce operazioni di costruzione del governo nella regione, prime forme di fotografia documentaristica. All'inizio degli anni '20 lo studio di Lekegian si concentra principalmente sui ritratti e sulla produzione di raccolte di cartoline dai suoi vecchi negativi. È probabile che abbia chiuso l'attività e si sia ritirato poco dopo. L'opera di Gabriel Lekegian occupa un posto unico negli annali della fotografia del vicino Oriente del XIX e dell'inizio del XX secolo. Uomo d'affari capisce i desideri dei clienti europei e americani fornendo loro immagini esotiche, che furono anche modello per i pittori orientalisti francesi e inglesi dell'epoca, ma seppe anche cogliere le trasformazioni di un paese in rapida evoluzione.

Sebastianutti & Benque

fotografo

Trieste, Piazza della Borsa 10

Attività dal 1864 agli anni venti del '900

Firmano: La fotografia di Corte

Nel 1864 Guglielmo Sebastianutti (Trieste, 29.11.1824 - Milano, 30.10.1881) si avvicina alla fotografia e pubblica un’inserzione in un giornale tedesco in cui cerca un socio per aprire uno studio a Trieste. Così inizia il sodalizio professionale e umano con il tedesco Francesco Benque. Il 24 maggio 1864 i due inaugurano il nuovo studio fotografico “Francesco Benque” di via dell’Annunziata 11. Già a partire dal 1865 i due fotografi riceveranno svariati premi: una medaglia d’oro di benemerenza alla I mostra internazionale di fotografia a Berlino; nel 1867 una medaglia d’argento in occasione dell’Esposizione universale di fotografia a Parigi e un supremo ringraziamento da parte della Cancelleria di Corte di Vittorio Emanuele. Il 30 settembre 1867 lo studio assume la nuova denominazione“Benque & Sebastianutti”. Il 26 novembre 1868 l’atelier è premiato ad Amburgo con medaglia di prima classe. Nel 1869 Benque si trasferisce in Germania e il sodalizio cessa, ma la posizione economica e sociale di Sebastianutti è oramai solida. Nel giugno 1869 verrà accolta la richiesta di integrazione nelle liste elettorali tra gli elettori del IV corpo, da cui era stato escluso a causa del fallimento. Lo studio è frequentato da una clientela benestante e Sebastianutti si dimostra attento all’evoluzione della fotografia. Nel 1869 Joseph Albert di Monaco di Baviera accorda al fotografo triestino e al milanese Giulio Rossi, l’esclusiva per i 15 anni della sua invenzione, l’albertotipia. Si tratta di un procedimento fotomeccanico, introdotto nel 1869, che consente di ottenere riproduzioni difficilmente distinguibili dall’originale, al tempo stesso, offrono una migliore durata e possibilità di numerose duplicazioni. Gli affari vanno a gonfie vele: diverse sono le attestazioni di fiducia e gli encomi che Sebastianutti continua a ottenere anche grazie all’introduzione dell’albertotipia. Nel 1871 riceve una medaglia d’argento per lavori fotografici e di albertotipia stupendamente riusciti all’Esposizione triestina del 1871. Nel 1872 gli viene concessa l’autorizzazione a fotografare il Castello di Miramare. Uno degli esemplari realizzati è conservato in Fototeca e consta di 30 albertotipie bordate di rosso, con riprese interne ed esterne. Le dimensioni variano, la didascalia è in italiano, tedesco, francese e inglese.La sua esperienza nell’utilizzo di questa tecnica è tale che alcuni fotografi inglesi chiedono a lui, anziché all’inventore, di essere istruiti sull’utilizzo, ma Sebastianutti preferisce non lasciare Trieste e declina l’invito.

Nel 1873 partecipa all’Esposizione Mondiale di Vienna con alcuni ritratti in albertotipia e gli viene conferita la Croce d’oro al merito e il titolo di Imperiale e Regio fotografo di corte. Ma nel 1876 ci sono nuovi cambiamenti: Benque rientra a Trieste, va ad abitare con il suocero, avendone sposato la figliastra Isabella e con lo stesso riprende a lavorare.

Nel 1877 i due fotografi ricevono svariate commissioni dal Comune per fotografare il busto di Rossetti, il mosaico della Chiesa di San Giusto. Viene concesso allo studio di ritrarre la Proclamazione del Portofranco di Cesare Dell’Acqua, collocato in Sala Consiglio. Nel 1878 ricevono la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi per finitezza di lavoro, vivacità di chiaroscuri. Nel 1879 lo studio assumerà la nuova denominazione “Sebastianutti & Benque”. Il nome di Sebastianutti precede quello di Benque perché la fama del fotografo triestino ha superato quella del suo maestro. Instancabile, nel 1880, Sebastianutti, affiancato dal nipote Mario Paroli, apre la nuova filiale di Milano in Piazza del Carmine 4, mentre Benque resta a Trieste. Ma purtroppo, dopo lunga e penosa malattia, Sebastianutti muore a Milano il 30 ottobre 1881. Benque cederà la filiale meneghina a Leonida Pagliano che si era associato a Ricordi e farà rientrare Mario Paroli in via Annunziata 11.