Contenuto di Public History

Benedetto Trani

Persona

fotografo

, Fondi, Latina / , Ancona

NEONATO


Biografia   

forse si riferisce a Benedetto (Tittino) Trani, nato a Fondi, figlio di Nicola Trani pioniere della fotografia, muore l'11 gennaio 2011, avrebbe compiuto 92 anni a febbraio


Un altro pezzo da novanta della storia e dell’arte anconetana se ne è andato ieri. Con Benedetto Trani la città ha perso l’ennesimo punto cardine per il mantenimento della memoria storica comune. Il noto fotografo si è spento ieri all’età di 91 anni (ne avrebbe compiuti 92 il prossimo mese di febbraio), lo ha fatto nel sonno e nella quiete dei suoi affetti. Lui, originario di Latina, ma in pratica anconetano da sempre, residente in un delizioso e confortevole appartamento nel cuore della città: corso Garibaldi, a vista rispetto alla sua bacheca fotografica.
Nella dorica Trani ha passato una parte decisiva della sua vita e della sua formazione artistica, almeno mezzo secolo di servizio a favore della nostra collettività. Benedetto Trani si è prima stabilito a Senigallia, ma per poco. Ancona gli è entrata nel sangue, poi è diventa non solo sede d’incontro professionale ma il luogo della sua arte fotografica. Apre il primo studio in via Frediani nel 1946, l’anno seguente quello storico in via Giannelli, angolo Viale della Vittoria, dove lavora fino al 1972. Da quel 1946 in Ancona Trani ha fotografato tutto e tutti. La sua ultima mostra personale risale al 2008, ma nel 2009 aveva collaborato ad un importante progetto al Musinf di Senigallia
Un altro 'Grande Anconitano' se n’è andato, portando con sé il mistero di un’arte, perché tale era, ch’era fatta di luci ed ombre, di soffuse penombre ammiccanti, di colori spesso esplosivi, ma mai sguaiati. Benedetto Trani, che ieri ci ha lasciato, ha rappresentato per Ancona, benché non anconitano, un 'maestro', finora ineguagliato, un hombre vertical che mai si è piegato alla facile e accomodante posa. La 'sua' bacheca, per il Corso Garibaldi, era un punto di riferimento per tutti, anche per quelli che magari passavano apparentemente indifferenti.
Ma c’era 'qualcosa', un che di diverso, in quelle foto, in quelle sue donne ritratte in pose spesso volutamente languide, quasi fin de siècle, o pudicamente provocatorie e provocatoriamente pudiche o morbidamente aggressive ed aggressivamente morbide, in un misto di sentimenti che intrigava ed eccitava, che placava ed emozionava. C’era, dietro quelle foto, la mano di un maestro, di un uomo che forse Ancona (ahimé, in non piccola compagnia) non ha celebrato per quello che era il suo valore intimamente artistico, per quella sensibilità che faceva dell’obbiettivo, freddo e trasparente, un pennello incantato. Ed ora la 'sua' bacheca, un’istituzione al sentimento e all’arte, resterà per sempre vuota, senza i suoi paesaggi, le sue misteriose, volubili, eccentriche signore, senza il suo irripetibile, dolcissimo, incantato tratto.

fonte: Il Resto del Carlino




Trani aveva esordito nel campo della fotografia a 16 anni, partecipando ai Ludi juvenilis, distinguendosi con una serie di fotografie che già mostravano il suo talento. Giovanissimo, fu corrispondente del Messaggero per la provincia di Latina. Nel 1940, allo scoppio della guerra, fu inviato a Tripoli e quindi oltre il confine egiziano come corrispondente della Sezione fotografica del Comando Africa settentrionale. Durante le fasi del secondo ripiegamento delle truppe italiane a Bengasi, Trani realizzò documenti fotografici di tale intensità che il regista Augusto Genina ne trarrà spunto per descrivere ambienti e luoghi nel film “Bengasi”. La pellicola, presentata a Venezia nel 1942, ottenne la Coppa Mussolini come migliore film italiano e Fosco Giachetti, che ne era interprete con Amedeo Nazzari, vinse la Coppa Volpi come migliore attore. Trani raggiunse Ancona nel 1945; un anno più tardi vi aprì il suo primo studio fotografico. Risale al 1956 la sua prima foto a colori stampata su carta Colorsprint: ritrae una ballerina del varietà, ripresa dietro le quinte del Teatro Goldoni mentre si aggiusta le calze a rete. Trani non si è limitato alla fotografia: a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, girò un film, 16 millimetri, “Dalle tenebre alla luce”, una storia ambientata a Portonovo.

fonte: radioluna.it

Share