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Luciano Romano

Persona

fotografo

Napoli, Corso Vittorio Emanuele 170

All’origine della fotografia di Luciano Romano c’è il teatro; all’età di 25 anni riceve il primo incarico dal Teatro di San Carlo, frequentando in seguito il Teatro alla Scala ed altri palcoscenici internazionali. Il gusto per la composizione sviluppato durante gli studi alla Facoltà di Architettura unito all’esperienza dell’uso simbolico della luce teatrale lo rendono, a partire dalla metà degli anni ’90, uno dei più apprezzati fotografi italiani in ambito editoriale, con numerosi volumi realizzati per Franco Maria Ricci, Citadelles & Mazenod, Hirmer, Electa, Skira, Taschen. Dal 2001 si dedica a un appassionato lavoro di ricerca sui nuovi linguaggi dell’immagine; i suoi lavori incentrati sulla rappresentazione dello spazio sono conservati in numerose raccolte pubbliche e private, quali la collezione di fotografia del Museo MAXXI a Roma, il Museo MADRE a Napoli, la Robert Rauschenberg Foundation a New York, MeMus, Museo del Teatro di San Carlo a Napoli. Dal 2004 ad oggi è docente e coordinatore artistico del corso di Fotografia all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Ha preso parte a progetti prodotti da Change Performing Arts al fianco di artisti quali Robert Wilson, Shirin Neshat, Tim Yip; senza dimenticare Peter Greenaway, con il quale ha realizzato l’installazione Italy of the Cities, per l’Expo di Shanghai nel 2010 e per l’Armory a New York nello stesso anno, dove il regista e artista britannico si è avvalso di un corpus di fotografie interamente firmato da Luciano Romano. Il suo ultimo progetto Ex Novo è stato esposto al Pio Monte della Misericordia in Napoli da aprile a settembre 2022.


Biografia   

Corso Vittorio Emanuele 170 Napoli



All’origine della fotografia di Luciano Romano c’è il teatro; all’età di 25 anni riceve il primo incarico dal Teatro di San Carlo, frequentando in seguito il Teatro alla Scala ed altri palcoscenici internazionali. Il gusto per la composizione sviluppato durante gli studi alla Facoltà di Architettura unito all’esperienza dell’uso simbolico della luce teatrale lo rendono, a partire dalla metà degli anni ’90, uno dei più apprezzati fotografi italiani in ambito editoriale, con numerosi volumi realizzati per Franco Maria Ricci, Citadelles & Mazenod, Hirmer, Electa, Skira, Taschen. Dal 2001 si dedica a un appassionato lavoro di ricerca sui nuovi linguaggi dell’immagine; i suoi lavori incentrati sulla rappresentazione dello spazio sono conservati in numerose raccolte pubbliche e private, quali la collezione di fotografia del Museo MAXXI a Roma, il Museo MADRE a Napoli, la Robert Rauschenberg Foundation a New York, MeMus, Museo del Teatro di San Carlo a Napoli. Nel 2003 ha ottenuto il II premio Atlante Italiano 003 dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con la Triennale di Milano e la DARC, la nomination al Prix BMW-Paris Photo (Parigi, Carrousel du Louvre, 2007) ed è stato finalista del Premio ACEA (Roma, Auditorium, 2011) e del Premio Arte Laguna (Venezia, Arsenale, 2012). . Il suo progetto Lo Sguardo Obliquo è stato selezionato da una giuria internazionale per gli Hasselblad Masters Awards 2014. Nel 2016 e 2018 è ancora finalista per gli Hasselblad Masters Awards. Nel 2006 ha esposto alla X Biennale Architettura di Venezia (Workscape), nel 2010 ha partecipato alla mostra Napoli O’Vero al Museo MADRE di Napoli e a Cantiere d’Autore al MAXXI. Dal 2004 ad oggi è docente e coordinatore artistico del corso di Fotografia all’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Ha preso parte a progetti prodotti da Change Performing Arts al fianco di artisti quali Robert Wilson, Shirin Neshat, Tim Yip; senza dimenticare Peter Greenaway, con il quale ha realizzato l’installazione Italy of the
Cities, per l’Expo di Shanghai nel 2010 e per l’Armory a New York nello stesso anno, dove il regista e artista britannico si è avvalso di un corpus di fotografie interamente firmato da Luciano Romano. Nel 2013 al Filaf, Festival international du Livre d’Art et du Film a Perpignan, Francia è stato conferito il Premio Filaf d’Or al volume Gustav Klimt, Tout l’œuvre peint, di Tobias G. Natter, pubblicato da Taschen con le immagini esclusive del Fregio Stoclet a Bruxelles da lui realizzate. Nel settembre 2013 viene completata la Stazione Toledo della Metropolitana di Napoli con l’installazione permanente Don’t ask where the love is gone di Shirin Neshat, che si avvale di nove grandi ritratti in bianco e nero scattati da Luciano Romano. La stessa installazione viene presentata a marzo 2014 in occasione della Photobiennale di Mosca al Museo MAMM. Nel dicembre 2019 è stata inaugurata Song ‘e mare, un’ installazione permanente da lui realizzata nella stazione di Scampia della metropolitana dell’arte di Napoli. Il suo ultimo progetto Ex Novo è stato esposto al Pio Monte della Misericordia in Napoli da aprile a settembre 2022.

fonte: lucianoromano.com

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