
Giovanni Gualberto Barlocci
Persona
librettista
Montefiore dell'Aso, Ascoli Piceno / Roma
Biografia
Giovanni Barlocci è una di quelle figure delle quali non si hanno riscontri biografici, la cui vita può essere raccontata soltanto attraverso la sua opera. Nato a Montefiore dell’Aso nella secondsa metà del ‘700, Giovanni Gualberto Barlocci si affermò come uno dei più ricercati librettisti d’opera del suo tempo, musicato dagli operisti di grido e dai nomi celebri dell’opera barocca, soprattutto buffa.
Studiò probabilmente a Roma, secondo qualcuno prese gli ordini minori, notizia confermata dalla sua citazione come abate da parte di colleghi autori. Nel 1690 fu ammesso nell’Arcadia con il nome di Atildo Azonico. Nel 1711 fu tra gli scissionisti che rifondarono l’Accademiadei Quirini, voluta decenni prima dalla regina Cristina di Svezia. Successivamente aderì all’Accademiadegli Infecondi. Tutto ciò dimostra la sua presenza nella vivacità culturale della Roma di inizio ‘700. Ebbe probabilmente un fratello, Edmondo, anch’egli poeta arcade.
Entrato al servizio di casa Ruspoli come segretario del neo principe Francesco Maria, qui conobbe il giovane musicista Benedetto Micheli per il quale scrisse la prima delle opere giunte fino a noi, l’Oreste, sul tema dell’Ifigeniain Tauride, che l’autore dedicò a donna Maria Isabella Cesi Ruspoli nella prima del 28 dicembre 1722 al teatro Capranica. Dai Ruspoli conobbe sicuramente Georg F. Haendel, lì ospite per alcuni mesi come maestro di musica, che compose diverse cantate per il principe: il grande musicista inglese utilizzò il libretto del Barlocci per il suo Oreste, andato in scena al Covent Garden di Londra anni dopo, il 18 dicembre 1734.
L’attività di librettista del montefiorese fu vivace e prolifica, e molte sono le opere che, spesso pubblicate in forma anonima, solo recentemente gli sono state attribuite. Nel 1738 al Valle di Roma andò in scena, su musica del napoletano Gaetano Latilla, La finta cameriera, opera accolta con grande successo che, con altri titoli (La nobiltà immaginaria, La giardiniera contessa) fu rappresentata per oltre vent’anni nei maggiori teatri italiani e all’estero, a Brunswick (1751) su musica di Baldassarre Galuppi.
Dalla collaborazione con il Latilla uscirono altri titoli: Madama Ciana, in prima a Roma nel febbraio del 1738. Anche quest’opera fu rappresentata con successo in altri teatri, cambiando titolo volta per volta (Donna Marzia e L’ambizione delusa a Torino) e a Monaco di Baviera (1749).
Per un altro compositore napoletano, Rinaldo di Capua, scrisse i testi de La commedia in commedia (1738) e La libertà nociva (in prima a Roma il 17 gennaio 1740). Quest’opera fu rappresentata ancora anni dopo nei teatri di Firenze e Venezia. L’ultima opera conosciuta del Barlocci, ancora una collaborazione artistica con di Capua, l’intermezzo giocoso Il vecchio amante, rappresentato al Carignano di Torino nel 1748. Le opere, le cui date scandiscono la vita del Barlocci, finiscono qui.
Giovanni Martinelli
fonte: rotaryfermo.info
BARLOCCI, Giovanni Gualberto. - Nacque a Montefiore, nei dintorni di Fermo, nella seconda metà del sec. XVII. Poche notizie ci rimangono della sua vita. Entrò nell'Arcadia di Roma il 5 ott 1690 con il nome di Atildo Azonio, e in questa città fece parte anche delle Accademie dei Quirini e degli Infecondi, come si apprende dal titolo di un suo Idillio, pubblicato senza note tipografiche. Prese forse gli ordini minori, giacché alcuni autori lo ricordano come abate. Si ignorano data e luogo della morte.
Il B. fu autore di alcuni fortunati libretti per musica, più volte messi in scena in varie città d'italia, e pubblicati in genere anonimi. Il primo che possiamo con sicurezza attribuirgli è un dramma, L'Oreste, rappresentato a Roma il 28 dic. 1722 con musica di Benedetto Micheli. Quanto agli altri suoi libretti che ci sono giunti, risulta oggi assai difficile indicare non solo la data della prima pubblicazione, ma individuarne la stesura originale, dato che per ogni rappresentazione essi venivano sottoposti a un rimaneggiamento talvolta radicale.
Una materìa così anonima e mal caratterizzata ha permesso, tra l'altro, che nel corso degli anni, spesso per opera degli stessi autori delle musiche, i libretti assumessero indifferentemente ora l'uno ora l'altro titolo, o lo mutassero del tutto, pur rimanendo quasi identici nel loro contenuto.
Nella primavera del 1738 andò in scena al Teatro Valle di Roma, in prima rappresentazione, La finta cameriera (nota anche col titolo La giardiniera contessa), musicata dal napoletano Gaetano Latilla.
L'opera fu ancora rappresentata a Vienna (col titolo La Nobiltà immaginaria), a Londra (1748), a Parigi (1752) e in Italia più volte, tra il 1743 e il 1751, a Bologna, Venezia, Milano e Firenze; nel 1751 fu messa in scena a Brunswick e, il libretto fu qui pubblicato senza data, con la traduzione tedesca a fronte ed il titolo di Das verstellte Kammermaedgen. La musica dell'edizione tedesca è attribuita a Baldassare Galuppi, ma non risulta chiaramente se si tratti di un nuovo spartito scritto per l'occasione oppure di una rielaborazione condotta dal Galuppi sull'originale dei Latilla.
Sempre dal Latilla fu musicata l'opera Madama Ciana (rappresentata a Roma il 15 febbr. 1738; a Torino, col titolo di Donna Marzia, nel 1740 e ancora a Torino nel carnevale del 1747 come L'Ambizione delusa; infine a Monaco di Baviera, col titolo originale, il 13 luglio 1749), il cui libretto fu pubblicato a Bologna nel 1741 e ristampato a Venezia nel 1744. A Rinaldo di Capua si devono le musiche che accompagnano gli altri due libretti del B.: La commedia in commedia e La libertà nociva.
Il primo fu rappresentato l'8 genn. 1738 a Roma e quivi stampato nello stesso anno. Fu replicato al Teatro Tron di S. Cassiano di Venezia nel 1749; nel 1744 e nel 1745 al Regio Ducale Teatro di Milano col titolo anche questo di L'Ambizione delusa. La libertà nociva fu rappresentata in prima esecuzione a Roma il 17 genn. 1740 e stampata, sempre a Roma, nel corso dello stesso anno. Fu replicata a Firenze, nel Teatro di via dei Cocomero, nel 1742 e a Venezia al Teatro Tron di S. Cassiano nel 1744.
fonte: tracceni.it