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Alberto Perrini

Persona

critico

, Roma / , Roma


Biografia   

Alberto Perrini (Roma, 20 marzo 1919 – Roma, 8 aprile 2007) è stato un drammaturgo e critico teatrale italiano.

La sua formazione teatrale avvenne nel contesto dei Guf di Roma, dove debuttò, sotto la guida di Cesare Vico Lodovici, Ugo Betti e Anton Giulio Bragaglia, inizialmente come regista e scenografo e in seguito come commediografo.[1]
Nel 1939 cominciò a lavorare in radio ed ebbe un ruolo significativo nella nascita del radiodramma in Italia.[2] A teatro esordì nel 1940 con il dramma in tre atti Entrare nel sogno, per la regia di Tullio Bulgarelli.[1]
L'8 settembre 1943 si trovò a Bari. Nel capoluogo pugliese collaborò alla Sezione prosa di Radio Bari p.W.b., emittente gestita dagli Alleati. Nel 1944 scrisse con Turi Vasile Un uomo sta per morire, dramma d'avanguardia in due tempi brevi.[1]
Nel dopoguerra prese parte alla campagna contro il Fronte popolare, allestendo una radio clandestina e collaborando con l'Ufficio psicologico, che era diretto da Vasile, con il quale fondò il Sindacato nazionale autori radiofonici.[1]
Tra il 1946 e il 1953 lavorò come regista di opere radiofoniche alla Radio Vaticana e diresse il complesso drammatico del Centro cattolico radiofonico. In questi anni ottenne la cattedra di drammaturgia presso l'Università internazionale degli Studi Sociali "Pro Deo".[1] Ingmar Bergman diresse la messa in onda, all'interno di una serie di produzioni sperimentali della Swedish Public Radio, del suo radiodramma Taccuino notturno.[3]
Un tappa significativa del suo percorso artistico fu nel 1955 quando realizzò con l'autore Aldo Palazzeschi un adattamento teatrale del romanzo Roma.[1]
Per la Rai, tra il 1977 e il 1979, realizzò una serie di trasmissioni televisive sull'etimologia degli ideogrammi cinesi, intitolata «I meravigliosi segreti della scrittura cinese».[4]
Tra le sue opere di maggior rilievo si ricordano Come ali hanno le scarpe[5][6] e Non si dorme a Kirkwall, che fu messa in scena in quarantadue Paesi stranieri, ebbe il cartellone al Teatro ABC di Praga per tre anni consecutivi e fu trasposta per la televisione da Sandro Bolchi.[7][8][4]
Dopo trent'anni di ricerche portò a termine il «restauro drammaturgico» della "comedia ridiculosa" in due atti, La verità discoperta, di Gian Lorenzo Bernini.[9][4]
All'attività di drammaturgo affiancò anche quella di critico teatrale e radiofonico per giornali e riviste, tra cui Il Tempo, La Fiera Letteraria[10], Il dramma, Filodrammatica, Lo Specchio e Sipario.


fonte: wikipedia

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