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Banca Zaccaria Pisa

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Biografia   

Ottocento e Novecento[modifica | modifica wikitesto]
Elia Pisa di Monterosa (Ferrara 1735-ivi 1808), di Abramo e Bona di Zaccaria Pisa di Voghiera, residente a Ferrara, è più attivo nel Ducato di Modena; ebreo a Ferrara (dove è membro della confraternita Ghemilut ha chasadim - misericordia e morte -), a Modena tale caratteristica non viene presa in esame nei rapporti con la Corte Estense e nelle lettere patenti con le quali il benevolo Duca, grazie a particolari servigi, lo gratifica con un provvedimento nobiliare di barone, trasmissibile per primogenitura (linea presto estinta), mentre agli altri spetta la qualifica di nobili dei baroni.
Dopo l'esperienza del cosiddetto periodo francese, le linee principali della famiglia Pisa sono quelle dei fratelli Beniamino (1775-1833), Moisè Aron (1781-1848) e Zaccaria (1788-1833), figli di Elia e di Giuditta Lampronti, commercianti-banchieri locali e possidenti in provincia di Rovigo, Lombardo-Veneto asburgico, dove già sin dall'epoca di Giuseppe II erano cadute quasi tutte le restrizioni normative a carico dei sudditi israeliti.
Dai fratelli Pisa si diramano significativi esponenti tra Milano (1852), Firenze (1865) e Roma (1870).
Figlio di Zaccaria e Venturina Finzi, trasferitosi a Milano nel 1852 e acquisita la cittadinanza a fronte dello status di possidente in area di Rovigo (Lombardo-Veneto), è il noto banchiere privato Luigi Israele Pisa (Ferrara 1813-Milano 1895); egli è significativamente attivo, con la firma Zaccaria Pisa (anche Z. Pisa, fondata dal padre nel 1831), sia in operazioni di sconto di effetti commerciali, anticipazioni, mutui immobiliari, sia nella sottoscrizione e collocamento dei titoli del debito pubblico del Regno - dal 1863 in avanti - e di titoli di grandi imprese.
Politicamente Luigi Pisa è simpatizzante per gli ambienti risorgimentali (liberali, democratici e mazziniani); già con lo Statuto del 1848 adottato poi nel Regno d'Italia (proclamato il 17 marzo 1861), Casa Savoia aveva del tutto parificato i sudditi israeliti, per altro abitanti per secoli nei territori sabaudi con una certa libertà relativamente ai tempi.
La casa bancaria Zaccaria Pisa ha la veste di una ditta in "comunione" (associazione) di capitali, di cui sono contitolari anche Leopoldo Leone (Ferrara 1814-Milano 1872) e Giuseppe (Ferrara 1827-Milano 1904); questa firma è tra i primi operatori (broker) alla nascente Borsa di Milano; sin dall'inizio partecipa alla sottoscrizione e collocamento al pubblico delle azioni e obbligazioni della Società italiana per le strade ferrate meridionali (D. Novacco 1964) portando per molti decenni in assemblea circa un 2-3 % del capitale sociale di questa grande impresa italiana, promossa da Pietro Bastogi nel 1862; Luigi Pisa è inoltre amico e sostenitore di Edoardo Sonzogno, editore del quotidiano milanese Il Secolo; è poi tra i vari finanziatori del quotidiano economico-finanziario Il Sole.
Luigi Pisa è a lungo tra i membri del Consiglio di Reggenza della sede di Milano della Banca Nazionale nel Regno d'Italia, del Consiglio di amministrazione della Strade Ferrate Meridionali e oltre ad operare come broker in Borsa, sostiene e segue direttamente lo sviluppo di significative imprese industriali milanesi, tra cui, dagli inizi, l'azienda cotoniera fondata da Ernesto De Angeli e la Società di Macinazione - Molini Certosa fondata con Achille Levi, coinvogliando capitali "di rischio" attraverso il collocamento al pubblico dei loro titoli azionari e obbligazionari.
Sviluppando la consistenza del proprio capitale, la casa bancaria Zaccaria Pisa, dei fratelli Pisa, amplia anche le possessioni fondiarie a carattere agricolo e successivamente le proprietà immobiliari, tra cui gli uffici siti vicino a piazza della Scala (via S. Giuseppe 4, ridenominata dal 1901 via G. Verdi). Notevoli proprietà fondiarie sono acquisite dai titolari della Zaccaria Pisa, una "ditta in comunione di capitali" in zona Pieve Emanuele e in zona Bereguardo, tra cui il castello di Bereguardo.
Come altre case bancarie private la Zaccaria Pisa accettava conti di deposito, vincolati o finalizzati a singole operazioni, scarsi i depositi in conto corrente. Accanto ai titolari si muovevano poi in modo informale capitali di altri investitori, cugini, altri parenti e amici.
Insieme all'attività di sconto di effetti commerciali, anticipazioni e altri finanziamenti, broker di Borsa, una limitata presenza azionaria e il finanziamento di selezionate imprese industriali e le collegate operazioni sui titoli, in pool con altri operatori, è una caratteristica dell'azione della Banca Zaccaria Pisa; questa propensione viene perseguita in tutta la sua attività, mentre allo stesso tempo clienti-investitori e amici ne seguivano i consigli per gli investimenti mobiliari e immobiliari. La clientela si può definire prevalentemente "all'ingrosso", cioè imprese di rilievo, grandi e medi patrimoni privati, alcune banche medie o piccole.
Accanto a Luigi ha operato, come contitolare nella Banca Zaccaria Pisa, il più giovane fratello Giuseppe Pisa (Ferrara 1827-Milano 1904); a ventuno anni combattente con Garibaldi nel 1848, anch'egli oltre all'attività di compravendita titoli per clienti, ha diretto operazioni di Borsa in favore di imprese industriali e sin dalla seconda metà degli anni novanta (1895-6) è stato membro del sindacato di controllo della Edison (con circa un 2-3% del capitale sociale) accanto alla casa Feltrinelli e alla Banca Commerciale Italiana, pool che ha attuato, con l'ing. Esterle, il rilancio tecnico basato sulla corrente alternata in sostituzione della obsoleta corrente continua propugnata da T.A. Edison (Storia industria elettrica in Italia 1882-1914, 1992); è stato dal 1895 fino alla sua scomparsa, attivo Consigliere di Amministrazione della Società Edison.
Giuseppe si è occupato del finanziamento di varie imprese industriali milanesi, seguendo direttamente, anche con piccole quote azionarie, lo sviluppo in particolare della De Angeli, della Molini Certosa, della Ferrovia Suzzara-Ferrara, della Edison, della Ricordi, della Filotecnica ing. Salmoiraghi e partecipando come Banca Zaccaria Pisa a varie operazioni di credito mobiliare insieme alla Banca Commerciale Italiana (A.Confalonieri 1974). Dopo la morte del fratello Luigi e l'uscita dalla ditta bancaria dei capitali prima di Giulio e qualche anno dopo anche di Ugo, eredi di Luigi, egli resta il principale esponente e detentore della grande maggioranza del capitale immesso nella Zaccaria Pisa, concedendo una piccola presenza di capitale al procuratore e nipote Luigi Della Torre. Senza figli, Giuseppe nomina suo erede universale il minore Luigi Giuseppe (n. nel 1890), suo nipote in quanto figlio di Ugo di Luigi, affidando l'amministrazione del patrimonio all'altro nipote Giuseppe Sullam, figlio di una sorella, e gerente della ditta bancaria, fino alla maggiore età di Luigi Giuseppe.
Della linea discesa da Moisè Aron e Rachele di Elia Sinigaglia, i loro figli maschi sono Abramo Pisa (Ferrara 1817-ivi 1900) e Elia Salomone Pisa (Ferrara 1831-Firenze 1905), cugini di Luigi e Giuseppe Pisa. Abramo a Ferrara è attivo inizialmente con il fratello, proseguendo la ditta mercantile-bancaria M.A. Pisa & C., poi dal 1882 con una sua ditta solo commerciale, importazione e commercio all'ingrosso di metalsiderurgici e affini e si occupa anche di compravendite e gestioni fondiarie; Abramo e Salomone nel 1858 donano un intero palazzetto alla Comunità ebraica di Ferrara. Anche i figli di Abramo, Arturo e Luigi sono imprenditori e finanzieri attivi in operazioni fondiarie; titolari di una ditta grossista in campo dei prodotti metalsiderurgici con depositi in Ferrara e Bologna, ancora nei primi decenni del secolo XX partecipano anche a similari imprese industriali; in Bologna fino agli anni Sessanta i discendenti di Arturo sono proprietari della Villa Spada. [...]

fonte: wikipedia

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