Plinio Codognato
Persona
cartellonista
, Verona / , Milano
Biografia
Codognato, Plinio (Verona 1878 - Milano 1940) cartellonista; pittore
CODOGNATO, Plinio. - Nacque a Verona il 13 apr. 1878 da Pietro Andrea e da Teresa Luigia Sega. La sua formazione si svolse nella città natale, ove ebbe modo di frequentare la locale Accademia e di conoscere Mosè Bianchi, che nel 1899 ne era divenuto direttore. Gli interessi del C. scartarono però ben presto il campo della pittura, che pure continuò a praticare saltuariamente, per orientarsi verso quelli dell'illustrazione e della grafica pubblicitaria, attività che egli proseguì per tutta la vita e a cui deve la sua notorietà.
Alcuni dei primi manifesti del C., degli inizi del secolo, sono per Verona (Municipio di Verona. Grande Fiera Cavalli; L'Itala. Officina Gregorelli. Verona, circa 1904), ma già il manifesto Maison Talbot (circa 1900) dimostra che l'artista era in contatto con uno dei maggiori stabilimenti litografici di Milano, quello di D. Coen. Nell'ambiente milanese il C. si segnalò partecipando alla I Esposizione d'arte nella pubblicità, tenuta in occasione della Esposizione internazionale del Sempione nel 1906; vinse allora una medaglia d'oro nel concorso libero e ottenne il premio del concorso Ricordi per una "testa da riprodursi come almanacco per la ditta Mele".
Questi primi manifesti hanno un taglio eminentemente descrittivo, illustrativo, a volte con caratteri vignettistici (Maison Talbot), riconducibili al gusto del C. disegnatore, che dovette conoscere un certo successo (si segnalò ad esempio alla mostra di disegni umoristici tenuta a Bergamo nel 1913). L'artista dimostra insomma di scartare decisamente lo orientamento di gusto liberty allora dominante nell'opera dei maggiori cartellonisti italiani; tutt'al più è un tono frivolo e pettegolo da belle époque, non privo di una certa ironia, che si rintraccia in alcuni manifesti per operette (Sultana, 1911; Lehar. Finalmente soli!, 1914).
Meno interessanti i pochi manifesti teatrali; nel 1913 il C. partecipò alle celebrazioni del primo centenario di Verdi, realizzando un magniloquente manifesto e relativa locandina per la prima rappresentazione dell'Aida avvenuta all'Arena di Verona. Un manifesto dell'anno 1910, che ricorda l'impresa del Valico del Sempione in aeroplano, annuncia una tematica che sarà tra le preferite del C., quella, cara anche all'avanguardia futurista, del progresso meccanico, della velocità, dei nuovi mezzi di comunicazione.
Dopo la guerra, nel 1918 il C. si stabilì definitivamente a Milano. Gli anni Venti sono il periodo più felice della sua attività. A parte qualche rara concessione a modi grafici più stilizzati, di gusto déco (Sempioncino. Corso Sempione, circa 1920), il suo stile sostanzialmente non muta, affidandosi ancora a una resa pittorica e bozzettistica, alla piacevolezza dei colori vivaci e delle figurette spiritose. Intorno al 1923 comincia la sua collaborazione con la FIAT, per la quale realizzò alcuni dei suoi manifesti più efficaci e significativi (Fiat, 1923; Fiat 509, 1925; Fiat, 1925); ma anche altre ditte dell'industria meccanica si rivolsero a lui (Bianchi-Pirelli; Pneus Pirelli, circa 1924; Frera; Pneus Dunlop; Industria gomma Goodrich). I risultati migliori il C. li ottiene nei manifesti dedicati al tema della velocità e delle gare motoristiche, resi con un taglio dinamico e di indubbia carica espressiva (Parma. Poggio di Berceto. Corsa automobilistica, 1924; Concorso motonautico internazionale di Venezia Lido, 1929). La mitologia modernista del progresso e della tecnica si traduce nello stile del C. in una singolare contaminazione di soggetti classici e prodotti moderni: egli impiega di frequente figure mitologiche, come una spiritosa sirena (Grafofoni Columbia; Acqua minerale Corticella), un faunetto ammiccante (L'Itala, 1904) e soprattutto un centauro, quasi una sua sigla personale (L'Avanti!; Fiat 509, 1925; Goodrich).
Ancora attivo negli anni Trenta (Trasporti aerei Castelli, 1934), quando ormai i suoi modi appaiono decisamente anacronistici rispetto alle nuove tendenze della grafica e al rinnovarsi delle esigenze stesse della cartellonistica pubblicitaria, il C. morì a Milano il 28 sett. 1940.
I manifesti del C. sono oggi conservati per la maggior parte nella collezione Salce di Treviso e nella Raccolta Bertarelli di Milano; altri si trovano in collezioni private.
fonte: dizionario biografico degli italiani, voce a cura di Eleonora Bairati (treccani.it)
Verona 1878 - Milano 1940
Pittore, grafico e cartellonista. È allievo di Mosè Bianchi all'Accademia Cignaroli di Verona. Si dedica alla grafica pubblicitaria a partire dal 1904 (manifesto per la Fiera di Verona); trasferitesi a Milano nel 1919, si specializza nella reclame 'motoristica' e viene definito «il cantore della velocità» per il fascino che esercitano su di lui tutti i mezzi di trasporto e per la bravura con cui realizza circa cento cartelloni riguardanti auto, moto e motoscafi, tutti caratterizzati da colori molto vivaci uniti alla ricerca della sintesi e del senso della velocità. Il suo nome è legato principalmente alla Fiat con la quale collabora per oltre vent'anni, creando alcuni manifesti considerati dei veri capolavori in campo pubblicitario come il Fiat in pista (disegnato nel 1923 dopo le vittorie della vettura tipo 804 al Gran Premio di Francia pilotata da Felice Nazzaro ed al Gran Premio d'Italia guidata da Pietro Bordino); come il Centauro che, sovrastando il Lingotto, solleva con una mano la 509; e come il Piedistallo su cui poggia la 514. Il più noto cartellone di Codognato è senza dubbio il Balilla nel quale la figura del ragazzino fascista predomina rispetto all'immagine della vettura posta in secondo piano.
(Cat., Il manifesto FIAT 1899 - 1965, a cura di A. C. Quintavalle, mostra GAM Torino, Ed. GAM, Torino 2001)
Cartellonista e grafico pubblicitario. Compie i suoi studi presso l'Accademia Cignaroli di Verona, allievo di Mosè Bianchi. Nel 1905 ottiene la medaglia d'oro e il premio "Ricordi" alla I Esposizione d'Arte nella Pubblicità. Nel 1919 inizia la sua collaborazione con i maggiori stabilimenti grafici di quel periodo, in particolare con le Arti Grafiche Cohen, le Officine Ricordi, l'Agenzia Gros-Monti, l'Istituto di Arti Grafiche di Bergamo. E' stato definito "il cantore della velocità" nel manifesto pubblicitario, per il fascino esercitato su di lui dai nuovi mezzi di trasporto (auto, treni, motociclette).
(Mughini G., Scudiero G., Il manifesto pubblicitario italiano, Nuova Arti Grafiche Ricordi, Milano 1997)
Studiò alla scuola veronese Brenzoni, divenendo in seguito allievo del pittore Mosé Bianchi, ma abbandonando ben presto la pittura per l'illustrazione pubblicitaria, a cui si dedicò per oltre 35 anni, creando quasi 150 manifesti di carattere commerciale e sportivo. Si distinse nel 1904 con un vivace cartellone per la Fiera dei cavalli di Verona (utilizzato per diversi anni) e con una serie di interessanti soggetti per le rappresentazioni teatrali all'Arena. Mostrò frequentemente una grafica umoristica che ne avvalora l'adesione ai contemporanei modelli pubblicitari di Cappiello e Mauzan (cfr. entrambi). Lavorò per molti marchi di rilevanza internazionale (Pirelli, Campari, Cinzano, ecc.), ma soprattutto fu uno dei più abili ideatori di manifesti per la Fiat nel corso degli anni Venti. In quel periodo affinò progressivamente il proprio stile, avvicinandosi a linee di vaga ispirazione futurista.
(AA.VV., Catalogo Bolaffi del Manifesto Italiano, Giulio Bolaffi Editore, Torino 1995)
Allievo d'accademia, ebbe come maestro Mosè Bianchi. Sfuggì dalla pittura tout court per occuparsi di grafica applicata alla pubblicità. Nella sua città curò manifesti sia per fiere di cavalli che per spettacoli dell'Arena. Mostrò un'attenzione particolare al colore e a motivi di ispirazione storica, ma fu anche caricaturista. Collaborò, durante la prima guerra, alla Tradotta. Disegnò opere pubblicitarie, cartoline, mostrò esseri grifagni, si applicò all'illustrazione militare. La sua produzione pubblicitaria è molto vasta e, segnatamente, lavorò per Campari, Pirelli e Cinzano. Né si possono dimenticare sue efficaci esecuzioni per la Fiat.
(AA.VV., Nei dintorni di Dudovich, Catalogo della mostra, Modiano, Trieste 2002)
fonte: manifestostorico.xoom.it