Arnaldo Bonaventura
Persona
bibliotecario
, Livorno / , Firenze
Biografia
storiografo musicale
BONAVENTURA, Arnaldo. - Nacque a Livorno il 28 luglio 1862. Studiò musica privatamente, il violino con Fabio Favilli e armonia e contrappunto con Gino Bellio. Conseguì la laurea in legge all'università di Pisa e il diploma in lettere. Dopo aver partecipato da giovane a qualche concerto come violinista (collaborò anche con G. Sgambati e P. Mascagni), si dedicò esclusivamente a studi letterari e musicologici, ed ebbe il merito di essere tra i primi in Italia a porre in evidenza i rapporti intercorrenti tra letteratura e musica, distinguendosi con una copiosa serie di scritti su vari periodi allora ancora inesplorati della storia musicale. Già nel 1930 infatti le pubblicazioni del B. erano circa seicento, come testimoniarono i suoi amici che a lui dedicarono un opuscolo per festeggiare il cinquantennio della sua attività letteraria e musicologica (Pubblicazioni di A. B. nelcinquantennio 1880-1930, Firenze 1930).
Fu dapprima, vicebibliotecario, poi bibliotecario alla Nazionale di Firenze, dove, per incarico ministeriale, gli venne affidata la sezione musicale con il compito di ordinare e catalogare il fondo antico. Passò successivamente all'Istituto musicale fiorentino, come vicebibliotecario, quindi come insegnante di storia ed estetica musicale e come bibliotecario, incarico che lasciò nel 1932, per raggiunti limiti d'età. Nello stesso anno venne nominato professore "emerito" del conservatorio L. Cherubini, che lo aveva avuto anche come vicedirettore per quattro anni e come direttore ad interim dopo il trasferimento di I. Pizzetti a Milano, dalla fine del 1923 al principio del 1925, quando lo sostituì il nuovo direttore Giacomo Setaccioli. Fu proprio in questo periodo, e precisamente il 31 dic. 1923, che con decreto regio l'istituto musicale Cherubini venne trasformato in regio conservatorio.
Segretario, poi anche vicepresidente del Circolo filologico fiorentino, fu membro dell'Accademia Cherubini dal 1897, divenendone segretario nel 1915 e vicepresidente dal 1936, finché, a causa delle leggi razziali, nel 1938 dovette lasciare la carica. Vicepresidente dell'Associazione dei musicologi italiani, fondata da Guido Gasperini nel 1908, fu pure presidente della sezione fiorentina e portò a compimento, per conto dell'Associazione, il Catalogo - avviato da R. Gandolfi e C. Cordara - delle Opere musicaliteoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni delsecoloXIX esistenti nelle bibliotechee negli archivi pubblici e privatid'Italia..., stampato a Parma nel 1929. Membro della Società dantesca, più volte lesse e commentò canti della Divina Commedia nella Sala di Dante dalla cattedra di Orsanmichele a Firenze. Nel 1913 il B. fu eletto presidente del Comitato fiorentino per le onoranze a Verdi, del quale tenne una solenne commemorazione in Palazzo Vecchio. Rivestì numerose altre cariche: ispettore bibliografico per il comune di Firenze, presidente onorario della corale Verdi di Prato, presidente del Comitato esecutivo del secondo congresso musicale italiano (1923), della sezione musicale del Comitato per le tradizioni popolari, membro della Società di storia patria per la Toscana, dell'Istituto d'arte e storia senese e di numerose accademie, fu anche eletto, il 19 genn. 1936, socio effettivo dell'Accademia di S. Cecilia. Fin dall'autunno del 1931 il B. era divenuto critico musicale del giornale La Nazione di Firenze, sostituendovi Luigi Parigi.
Come tale, si trincerò in posizioni nettamente conservatrici, chiuso ad un mondo che si stava muovendo in direzioni così diverse da quelle in cui egli si era formato: le sue critiche, ad esempio, riguardanti il Primo Maggio Musicale fiorentino, inaugurato il 21 apr. 1933 (del cui Comitato del resto egli faceva parte), lo mostrano poco propenso ad accogliere le "novità", fossero queste di Ravel, Stravinski, Petrassi, per non parlare di Bartók. Non gli mancarono talvolta inattese aperture, ma il suo contributo più valido non è stato certo quello della critica militante, che continuò tuttavia ad esercitare fino al 1938, quando, come israelita, non poté più ricoprire incarichi pubblici. Ottenne, però, di poter continuare per qualche tempo la collaborazione sia alla Nazione sia al Nuovo Giornale (che era allora l'edizione serale della Nazione), e dall'autunno del 1938 tutti gli articoli di B. furono firmati con lo pseudonimo di Labronio.
Il B. pubblicò suoi scritti in numerose riviste letterarie e musicali italiane ed estere. Collaborò, fra le tante enciclopedie, alla Enciclopedia Italiana e al Vocabolario della Crusca per la parte musicale. Da giovane aveva pubblicato alcune raccolte di sue poesie. A lui si devono anche una traduzione in versi del poema Los Pireneos di V. Balaguer (Madrid 1894), Il Canzoniere deibimbi (Firenze 1897), un volume sulla poesia latina di scrittori italiani da Dante a Pascoli (La poesia neolatina dal sec. XIV alpresente, Città di Castello 1900), una monografia su I bagni diLucca,Coreglia e Barga, stampata nella collezione "Italia artistica" diretta da C. Ricci (Bergamo 1914.) Ma soprattutto si ricordano i molteplici studi volti a illustrare il posto che la musica aveva assunto nell'opera di letterati ed artisti di varie epoche: così Dante e la musica (Livorno 1904), La voce e il canto di Laura nelCanzoniere del Petrarca (Genova 1904), La musica nelle opere di Orazio (Firenze 1906), Il Boccaccio e la musica (Torino 1914). Numerose sono pure le sue trascrizioni di composizioni del passato, in particolar modo di musicisti che, come Iacopo Peri o Francesca Caccini, contribuirono alla nascita del melodramma fiorentino.
Tra le migliori pubblicazioni del B. nel campo della storia musicale si ricordano: La vita musicale in Toscana nel secolo XIX, (Firenze 1909), Saggio storico sul teatro musicale italiano (Livorno 1913), Di un codice musicale mediceo (Firenze 1913), Storia eletteratura del pianoforte (prima edizione, Livorno 1918), L'opera italiana (Firenze 1928), Musicisti livornesi (Livorno 1930) e varie monografie di musicisti tra cui: Niccolò Paganini (Modena 1911), Cimarosa (Torino 1915), La figura e l'arte di Giuseppe Verdi (Livorno 1919), Bernardo Pasquini (Roma 1923), Giacomo Puccini. L'uomo. L'artista (Livorno 1925), Boccherini (Milano 1932), Rossini (Firenze 1934). Alcuni libri del B., nati da esigenze scolastiche, raggiunsero una divulgazione davvero considerevole, e in modo speciale il Manuale di storia della musica (Livorno 1898), continuamente aggiornato e migliorato, che - vivente l'autore - ebbe quattordici edizioni.
Il B. morì a Firenze il 7 ott. 1952.
fonte: dizionario biografico degli italiani, voce a cura di Liliana Pannella (treccani.it)