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Emilio Isgrò

Persona

artista

, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina


Biografia   

data completa nascita, fonte: pinacotecamarsala.it



Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) è un artista, giornalista, scrittore, drammaturgo, attore, sceneggiatore, italiano.

Si trasferì a Milano nel 1956 e fin dagli esordi ha accompagnato la produzione artistica con l'attività di scrittore e poeta, pubblicando nel 1956 la raccolta poetica Fiere del Sud per le Edizioni Arturo Schwarz.Vive e lavora a Milano.
Attività artistica

Nel 1964 realizzò le prime Cancellature: enciclopedie e libri completamente cancellati, con i quali contribuì allo sviluppo in Italia della "poesia visiva" e dell'arte concettuale. Le sue "cancellature" lo collocano tra gli artisti dell'avanguardia intellettuale più lucida della sua generazione. Nel 1966, in occasione della mostra alla Galleria Il Traghetto di Venezia, pubblicò Dichiarazione 1, nella quale precisa la sua concezione di poesia come "arte generale del segno"[1]. Nel 1969 decise di applicare le cancellature anche al cinema: era intenzionato a girare La jena più ne ha e più ne vuole, una pellicola quasi completamente nera tranne qualche secondo di immagini, ma il giorno di inizio delle riprese, il 12 dicembre, fu funestato dalla strage di piazza Fontana; l'episodio fu visto da Isgrò come cancellatura di fatto del suo progetto, che fu rimandato a tempo indeterminato[2]. Nel 1972 venne invitato alla XXXVI Biennale d'Arte di Venezia, a cui partecipò anche negli anni 1978, 1986 e 1993. Nel 1977 ricevette il primo premio alla XIV Biennale d'Arte di San Paolo del Brasile. Nello stesso anno partecipa alla Cooperarte, insieme agli artisti Carla Accardi, Getulio Alviani, Carmelo Cappello, Gianni Colombo, Antonio D'Agostino, Carlo Nangeroni, Mario Nigro, Luca Patella, Achille Perilli, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Giulio Turcato e Nanda Vigo. La Coopertarte era una cooperativa di artisti "che cercava di esplorare nuove forme di rapporto e di confronto con il pubblico". La prima mostra di questa esperienza si tenne al Centro Allende La Spezia il 26 febbraio 1977. La Cooperarte ha edito una cartella di 14 grafiche numerate da 1 a 100.

Negli anni ottanta ha contaminato la propria produzione artistica con influenze musicali: nel 1979 alla Rotonda della Besana di Milano presentò Chopin, partitura per 15 pianoforti e nel triennio 1983-1985 diede l'avvio con la trilogia L'Orestea di Gibellina ai grandi spettacoli della Valle del Belice. Nel 1985 (anno europeo della musica) il Teatro alla Scala di Milano gli commissionò un'installazione multimediale nella chiesa cittadina di San Carpoforo, denominata La veglia di Bach.

Nel 1990 elaborò una nuova Teoria della cancellatura e nel 1992 partecipò alla mostra collettiva The artist and the book in twentieth-century Italy, organizzata dal Metropolitan Museum of Modern Art (MoMA) di New York, che sancì il suo definitivo successo nel panorama artistico. Nel 1994 venne ospitato alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, nella mostra I libri d'artista italiani del Novecento, che aprì le porte delle grandi mostre antologiche successive: nel 2001 Emilio Isgrò 1964-2000 presso il complesso di Santa Maria dello Spasimo a Palermo; nel 2002 al MART di Rovereto (Trento); nel 2008 al Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" di Prato (Dichiaro di essere Emilio Isgrò), seguìta nel 2009 dalla grande personale Fratelli d’Italia presso il Palazzo delle Stelline a Milano. Nel 2000 con l’installazione La rotta dei Catalani, realizzata per l’antologica presso i Cantieri Culturali della Zisa a Palermo e nel 2001 con Le api della Torah, prodotta dallo Studio Guastalla per la riapertura della casa editrice Salomone Belforte, Isgrò inizia il ciclo degli insetti – formiche, api, farfalle - che come i filosofi trasportano e intrecciano i semi della conoscenza. Il Mediterraneo, attraverso le culture del logos della Magna Grecia e dell’ebraismo, è visto da Isgrò come un grande laboratorio per “la ricostruzione di una identità umana che rischia di essere definitivamente travolta”. Nel 2010 inaugura a Marsala, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la mostra “Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie”,e quasi in contemporanea si apre “Var Ve Yok”, presso la Taksim Sanat Galerisi di Istanbul capitale europea della cultura 2010.
La Costituzione Cancellata
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Il primo volume della Costituzione Italiana cancellata di Emilio Isgrò

Tra 2010 e 2011 Emilio Isgrò cancella la Costituzione Italiana nella mostra La Costituzione Cancellata, Rappresentazione di un crimine, alla Galleria Boxart di Verona. [3]

La mostra ha avuto anche un sottotitolo, scelto dall’artista per sottolineare come il suo operato volesse rappresentare l'eventuale crimine della cancellazione della Carta Costituzionale, non perpetrarlo. Il gesto estremo, nella volontà di Isgrò, punta ad ammonire un’Italia sull’orlo del baratro, della disgregazione, in controtendenza rispetto all’Europa Unita, in vista delle sfide imposte dal mondo globalizzato. [4]

Riferendosi all'operazione compiuta dall'artista, Marco Bazzini, direttore del Centro per l'arte Contemporanea "Luigi Pecci" di Prato, ha dichiarato: "Come la Costituzione è democratica, anche la cancellatura è democratica. Può essere protratta da chiunque, perché si tratta di far emergere dal testo alcune parole, e farne addormentare altre, farle stare sotto coperta. Tutto ciò porta a trovare nuovi significati e nuovi sensi alla parola". [5]

Il progetto prosegue un percorso in cui l'artista ha sottoposto alla sua "logoclastia" i simboli dello stivale, senza risparmiare l’inno di Mameli, annerito nell’opera Fratelli d’Italia, il Codice Civile e il celebre telegramma "Obbedisco" di Giuseppe Garibaldi del 1866, per la mostra dal titolo di segno opposto: Disobbedisco, Sbarco a Marsala e altre Sicilie, apertasi alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del Ministro della Giustizia Angelino Alfano. [6]

I volumi della Costituzione e la grande intallazione dell' Italia che dorme, una scultura in alluminio che rappresenta l'Italia dormiente ricoperta di scarafaggi, sono esposti dal maggio del 2011 alla Galleria d'Arte Moderna di Roma in occasione delle celebrazioni del 150enario dell'unità d'Italia.
Seme d'arancia

Nel 1998 donò al suo paese natale il gigantesco Seme d'arancia, simbolo di rinascita sociale ed economica dei paesi mediterranei.
Monumento al Seme d'Arancia a Barcellona Pozzo di Gotto
Libri

L'avventurosa vita di Emilio Isgrò 1975, racconto autobiografico.
Marta De Rogatiis Johnson (1977), romanzo
Polifemo (1989), romanzo
l'asta delle ceneri(1994), romanzo

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