Aurél Milloss
Persona
ballerino
, Ozora, Ungheria / , Roma
Biografia
Nasce da nobile famiglia ad Ozora (Újozora), nella regione ungherese del Banato, che diventerà parte della Serbia nel 1919. Appassionato di tutte le arti, coltiva gli studi di filosofia, danza, musica e arte drammatica a Budapest. Inizia studi regolari di danza soltanto nel 1925 a Berlino, dove si iscrive alla scuola di Hertha Feist, un’allieva di Rudolf von Laban. Tra il 1913 e il 1926 segue corsi di danza accademica con Nicola Guerra, Elena Poliakova e Olga Preobrajenska. Tra il 1927 e il 1928 è allievo di Enrico Cecchetti in Italia.
Nel 1928 si diploma alla scuola della Feist e in seguito all’Istituto Coreografico diretto dallo stesso Laban, e tiene un primo importante recital alla galleria d’arte berlinese “Der Sturm”.
Tra il 1928 e il 1932 è solista nella compagnia dello Staatsoper di Berlino diretta da Max Terpis. Segue classi di tecnica accademica con Victor Gsovsky. È inoltre danzatore e assistente coreografo a Hagen, Duisburg-Hamborn/Bochum, Breslavia.
Nel 1932 crea la sua prima coreografia per il Teatro di Stato di Breslavia: H. M. S. Royal Oak.
Tra il 1932 e il 1934 è coreografo, direttore di ballo e danzatore per il Teatro di Stato di Augsburg, per due stagioni. Inizia a creare proprie versioni di balletti del repertorio diaghileviano. Un suo Petrushka debutta al Magyar Kiràlyi Operahàz di Budapest nel 1933.
È scritturato per due stagioni dal 1934 come coreografo, direttore di ballo e danzatore nel Teatro dell’Opera di Düsseldorf. Nel dicembre 1935 fugge dalla Germania nazista.
Dal 1936 è assistente coreografo del regista di teatro drammatico Antal Németh al Teatro Nemzéti di Budapest. Apre inoltre una sua scuola di danza. Entra in contatto con Béla Bartók e inizia a lavorare sul Mandarino meraviglioso. Lo stesso anno debutta in Italia al Teatro San Carlo di Napoli accanto a Bianca Gallizia. Negli anni seguenti, si impegnerà a risollevare le sorti della Scuola di Danza del San Carlo di Napoli (1937) e dell’Opera di Roma, dove diviene coreografo, direttore di ballo e primo ballerino per sette stagioni (1938-1945). Da questo momento, si farà luce specie in Italia come una delle più vivaci personalità creative e organizzative.
La carriera in Italia
Nel 1941 debutta a Roma la sua Sagra della Primavera, e a Milano il suo Mandarino Meraviglioso nel 1942. Compie inoltre tournées in Germania e a Vienna tra aprile e ottobre.
Diviene coreografo al Teatro alla Scala di Milano tra il 1946 e il 1947. Negli stessi anni è coreografo ospite per i Ballets des Champs-Elysées a Parigi. Debuttano due suoi balletti su musiche di Petrassi: Follia di Orlando e Ritratto di Don Chisciotte (1947).
È coreografo ospite a Roma, Buenos Aires, Venezia, Madrid, Stoccolma, Firenze. Il suo Orpheus, su musica di Igor Stravinsky debutta in “prima europea”, assieme a Marsia, su musica di Luigi Dallapiccola, al Festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia al Teatro La Fenice nel (1948). Successivamente è coreografo ospite a Firenze, Venezia, Roma, Milano e per il Grand Ballet del Marchese de Cuevas. Realizza Ballata senza musica (1950) e Mystères su musica di Béla Bartók (1951), nonché, l’anno seguente al Teatro alla Scala, Riflessi nell’oblio su musiche di Ottorino Respighi.
Alla fine di uno spettacolo Ivana Gattei e Aurel Milloss
Nel 1953 fonda a San Paolo del Brasile la compagnia Ballet do IV Centenário. L'anno seguente presenta Sonata dell’angoscia a Rio de Janeiro.
Coreografo ospite a Roma, Firenze e Perugia. Vi allestisce Hungarica su musica di Béla Bartók nel 1956 e Estro arguto su musica di Prokofiev nel 1957. È inoltre coreografo e direttore di ballo del Teatro Massimo di Palermo per due stagioni.
Nel 1960 acquisisce la cittadinanza italiana. Dallo stesso anno e fino al 1963 è coreografo e direttore di ballo per la Opernhaus di Colonia, dove realizza Waldlungen su musica di Arnold Schönberg, Die Wiederkehr su musica di Roman Vlad e Estro barbarico su musica di Béla Bartók. È anche coreografo ospite per il Teatro dell’Opera di Vienna nel novembre 1962 e per il Théatre Royal de la Monnaie di Bruxelles nel febbraio 1963.
Tra il 1963 e il 1966 è direttore di ballo alla Staatsoper di Vienna, dove realizza i balletti Deserti su musica di Edgard Varèse e Les Noces su musica di Igor Stravinsky. Nei successivi tre anni torna a Roma dove lavora al Teatro dell'Opera. Estri, realizzato con Goffredo Petrassi, debutta al Teatro Caio Melisso di Spoleto nel 1968.
Prosegue la sua attività direttiva a Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino, dove nel 1970 realizza Relâche su musica di Erik Satie e Perséphone con Igor Stravinsky.
Torna al Teatro dell’Opera di Vienna per altre tre stagioni, e qui debuttano i suoi nuovi balletti Raramente con Silvano Bussotti, Dedalo su musica di Guido Turchi, Per aspera su musica di György Ligeti e Visage con Luciano Berio.
L’11 maggio 1977 va in scena la sua ultima coreografia: La Rivolta di Sisifo, su musica dell’Ottavo Concerto per orchestra di Goffredo Petrassi.
Regista teatrale
Notevole è inoltre la sua attività come regista di teatro lirico e come pubblicista, con saggi articoli e recensioni. Bibliofilo e uomo di vasta cultura, ha apportato un fondamentale contributo alla redazione delle voci di danza della Enciclopedia dello Spettacolo. Nel 1981 interviene a Fiuggi Terme alla I Conferenza Nazionale sulla Danza con una relazione, rimasta inedita, dal titolo Discorso sull'evoluzione storica del balletto in Italia.
Come ha notato Patrizia Veroli, la principale studiosa di Milloss in Italia,
« molto poco è stato scritto su Milloss dopo la sua morte, nel 1988. Quando un coreografo non lascia dietro di sé un repertorio, il suo destino può essere ben triste. In casi del genere la fotografia svolge un ruolo essenziale per fissare e conservare dettagli stilistici e per restituire una idea generale del balletto. La coreografia, tuttavia, come arte che vive nello spazio e nel tempo, è perduta per sempre. Questo è vero purtroppo per la maggior parte della produzione di Milloss (176 balletti dal 1932 al 1977), poiché soltanto il suo Mandarino meraviglioso (1942) ed Estri (1968) possono oggi essere ancora messi in scena. […] Milloss non è stato un innovatore, come mostrano le foto dei suoi balletti di Augsburg e Düsseldorf dei primi anni ’30. Allievo e seguace di Laban, egli era a favore di una sintesi di tecnica classica e tecnica moderna. E tuttavia la sua attrazione, soprattutto come danzatore, per il modernismo era formidabile »
A Milloss, fra gli altri, si sono ispirati Ivana Gattei, sua collaboratrice al Teatro dell'Opera di Roma, Ugo Dell'Ara, Giuseppe Urbani, Amedeo Amodio e Giancarlo Vantaggio.
Principali coreografie
1933 - Le creature di Prometeo di Ludwig van Beethoven
1939 - La Giara di Alfredo Casella
1942 - Il mandarino meraviglioso di Béla Bartók
1947 - La follia di Orlando di Goffredo Petrassi
1948 - Marsia di Luigi Dallapiccola
1950 - Il principe di legno di Béla Bartók
1951 - La soglia del tempo di Béla Bartók
1952 - Riflessi nell’oblio su parti delle tre suites di Antiche danze e arie per liuto di Ottorino Respighi, riordinate dal compositore
1954 - La sonata dell’angoscia di Béla Bartók
1960 - Estro barbarico di Béla Bartók
1965 - Deserts di Edgard Varèse
1968 - Estri di Goffredo Petrassi
1973 - Visage di Luciano Berio
1975 - Jeux di Claude Debussy
1977 - Rivolta di Sisifo sull’Ottavo Concerto per orchestra di Goffredo Petrassi
Principali regie
1940 - Alceste di Gluck
1942 - Wozzeck di Berg
1947 - Lady Macbeth nel distretto di Mzensk di Shostakovitch
1947 - Idomeneo di Mozart (anche coreogr.)
1950 - Armida di Lully
1957 - Orfeo di Monteverdi
1958 - Oedipus rex di Stravinsky
1958 - Job di Dallapiccola
1968 - Orfeo ed Euridice di Gluck (anche coreogr.)
Principali scritti
Coreosofia. Scritti sulla danza, “Linea Veneta”, 16, Fondazione Giorgio Cini, Venezia, 2002