Quartetto Italiano
Persona
Reggio Emilia
Biografia
Il Quartetto Italiano è stato un quartetto d'archi fondato da Paolo Borciani a Reggio Emilia nel 1945. Il debutto della formazione avvenne a Carpi nell'estate dello stesso anno, quando i quattro strumentisti non erano ancora ventenni. Il complesso nacque con il nome di Nuovo Quartetto Italiano. I quattro si diedero questo titolo per distinguersi da un altro "Quartetto Italiano", che era stato fondato all'inizio del Novecento dal violinista Remigio (Remy) Principe; l'aggettivo Nuovo fu rimosso nel 1951 per dar luogo alla denominazione definitiva di Quartetto Italiano.
La formazione si sciolse nel 1981.
La prima incisione discografica del complesso fu realizzata in Svizzera dalla casa discografica tedesca Telefunken, su quattro dischi a 78 giri, nel 1946. Era un'esecuzione del Quartetto per archi op. 10 di Claude Debussy, brano con il quale avevano esordito i quattro strumentisti, che si conobbero frequentando a Siena l'Accademia Chigiana, incoraggiati dal loro maestro di musica da camera Arturo Bonucci. Nel 1947 Lionello Forzanti, la viola del quartetto, uscì dal gruppo per intraprendere negli Stati Uniti la carriera di direttore d'orchestra. Subentrò al suo posto Piero Farulli, che rimase stabilmente per quasi trent'anni fino alla fine degli anni settanta, quando decise di fondare a Fiesole una scuola di musica. Al suo posto entrò quindi Dino Asciolla che lavorò con il quartetto fino al suo definitivo scioglimento.
Il quartetto ha inoltre collaborato, per alcune esecuzioni, con grandi solisti come Pierre Antoine de Bavier, Maurizio Pollini, Pierre Fournier.
Il quartetto si è fatto notare per la registrazione del ciclo integrale dei quartetti di Beethoven, portata a termine tra il 1967 e il 1975.[1]. Il gruppo inoltre è stato il primo in Italia ad effettuare l'incisione completa, pregevole, di tutte le opere per quartetto d'archi del compositore austriaco Anton Webern. Nel 1970 il compositore fiorentino Sylvano Bussotti compose appositamente per il quartetto un poema sinfonico con l'intervento dell'orchestra, dal titolo I semi di Gramsci, dedicato alla grande bravura dei quattro musicisti che ne effettuarono la prima esecuzione.
Il segretario e storico della formazione è stato Guido Alberto Borciani (1920-2008), il fratello di Paolo, di professione ingegnere, appassionato di musica e fondatore del Premio Paolo Borciani.[2]