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Guido da Verona

Persona

poeta

, Saliceto Panaro, Modena / , Milano


Biografia   

Guido da Verona, pseudonimo di Guido Verona (Saliceto Panaro, 7 maggio 1881 – Milano, 5 aprile 1939), è stato un poeta e scrittore italiano. Nato in una famiglia ebraica, fu un grande ammiratore di Gabriele D'Annunzio e proprio per rendere omaggio al celebre scrittore di Pescara aggiunse il "da" tra il nome e il cognome.
Esordì come poeta nel 1901 con la raccolta Commemorazione del fatto d'arme di Brichetto a cui fecero I frammenti d'un poema dell'anno seguente e Bianco amore del 1907.
Se come autore di versi non fu tanto celebre, acquisì grande popolarità nel 1911 con il suo primo romanzo Colei che non si deve amare, capostipite del romanzo d'appendice e della letteratura erotica. Fu lo scrittore di maggior successo commerciale degli anni venti; il romanzo Mimì Bluette, fiore del mio giardino, raggiunse nel 1922 le 300.000 copie, una tiratura impressionante in un'Italia dove l'analfabetismo caratterizzava la maggior parte della popolazione. Seguirono Sciogli la treccia, Maria Maddalena (1920) e molti altri romanzi, tutti coronati da ampio successo di pubblico. Venne definito dal filosofo Adriano Tilgher il «D'Annunzio delle dattilografe e delle manicure».
Guido da Verona, dietro lo stile leggero dell'arguto scrittore alla moda che così bene sapeva interpretare le fantasie snob ed erotiche della borghesia del suo tempo, nascondeva e teneva alto il senso del proprio diritto umano alla liberà di pensiero. Era inoltre presente nella sua opera un'ambigua contaminazione di erotismo estetizzante, di sentimentalismo e una particolare predilezione per l'esotico che lo portò ad ambientare le sue storie in luoghi magici e lontani (Marocco, Iran, ecc.).
Firmatario del Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925, nel 1929 pubblicò una parodia dei Promessi Sposi; da Verona considerava Alessandro Manzoni un letterato paternalista e dannoso, pertanto tolse dal romanzo tutti gli elementi da lui considerati manieristici e futili e li sostituì con passaggi erotici e anche politici: la satira contro il fascismo, seppur mai esplicita, fu ben percepita dai lettori del tempo.
Diventato per questo motivo un intellettuale inviso al regime ed emarginato dopo l'approvazione delle leggi razziali, decise di suicidarsi. Merita segnalare a tale proposito che Enzo Magrì afferma che lo scrittore muore in realtà per l'aggravarsi di una angina pectoris il 4 aprile del 1939.

Fonte: Wikipedia

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