Algernon Charles Swiburne
Persona
poeta
, Londra, Regno Unito / , Putney, Regno Unito
Biografia
Algernon Charles Swinburne (Londra, 5 aprile 1837 – Putney, 10 aprile 1909) fu un poeta inglese dell'epoca vittoriana. Ai suoi tempi la sua poesia fu molto controversa, per via dei suoi temi (sadomasochismo, pulsione di morte, lesbismo, irreligiosità). Dal 1903 al 1909 fu costantemente candidato al Premio Nobel per la Letteratura.
Nacque da famiglia aristocratica a Londra, al numero 7 di Chester Street, Grosvenor Place. Suo padre era l'ammiraglio Charles Henry, figlio di un gentiluomo educato in Francia, abituato a vestire e a pensare come un aristocratico francese d'Ancien régime; sua madre, lady Jane, era figlia del terzo conte di Ashburnham.
Crebbe all'Isola di Wight, dove i genitori avevano diverse proprietà, e a Capheaton Hall, vicino a Wallington nel Northumberland. La prima formazione l'ebbe in casa; dai genitori apprese il francese e l'italiano. Parallelamente ricevette una solidissima educazione religiosa anglicana.
Ebbe una passione adolescenziale per una cugina, Mary Gordon, che tuttavia, con grande dolore di lui, lo lasciò per sposarsi con un altro.
Studiò poi a Eton, quindi a Balliol e ad Oxford, dove conobbe Dante Gabriel Rossetti, William Morris ed Edward Burne-Jones, tutti e tre impegnati, nel 1857, ad ornare con affreschi ispirati al ciclo arturiano le mura dell'Oxford Union. Rivelò doti eccezionali nello studio della letteratura e delle lingue antiche.
Si distinse però anche per la mancanza di disciplina e le pose provocatorie. Fu proprio il direttore del Balliol, Benjamin Jowett, che in considerazione delle sue capacità lo salvò una volta dall'espulsione (aveva celebrato in versi Felice Orsini, il patriota italiano che aveva cercato di assassinare Napoleone III). Tuttavia (come poi Oscar Wilde) nel 1859 non fu possibile evitare l'espulsione (la pena, presso le università inglesi, era definita rustication).
È considerato un poeta decadente, benché ostentasse più vizi di quanti in realtà avesse, fatto sul quale Oscar Wilde ebbe a pronunciarsi in maniera piuttosto salace.
Alcuni dei suoi primi e tuttora ammirati componimenti s'inseriscono nel culto tipicamente vittoriano del Medioevo, e alcuni di essi si rifanno a quell'epoca sia per lo stile che per il tono e la costruzione (The Leper, Laus Veneris e St. Dorothy). È in essi evidente il culto che Swinburne tributava a Percy Bysshe Shelley, col quale aveva notevoli tratti di analogia: anche lui era nato da famiglia aristocratica e nutriva sentimenti libertari, e anche lui aveva studiato a Eton e si era distinto nell'appassionato studio dei classici; ma la somiglianza si estendeva anche a certe qualità personali e caratteriali, come un'estrema volubilità, l'abbondanza della vena poetica e il nervosismo nel gioco analogico.
Uscì da Oxford nel 1860, stringendo un sodalizio con Dante Gabriel Rossetti. Alla morte della moglie di quest'ultimo, nel 1862, il poeta e il pittore andarono a vivere insieme in Tudor House, al n° 16 di Cheyne Walk, Chelsea.
Di piccola statura e corporatura goffa, dalla voce sgradevolmente acuta, dall'atteggiamento dimesso, Swinburne era apparentemente quanto di più lontano dall'ardimento espresso dai suoi rivoluzionari versi; per contro, aveva un'insospettabile forza fisica (fu tra l'altro il primo a scalare Culver Cliff nell'Isola di Wight). Possedeva, per giunta, un carattere altamente eccitabile, al quale si dovevano occasionali accessi enfatici, durante i quali declamava versi a gran voce, abbandonandosi a gesti spropositati. Alcuni accessi morbosi avuti in pubblico, per quanto molto rari, diedero a pensare che fosse epilettico. Peggiorava il tutto il suo alcolismo, a causa del quale molto spesso doveva essere ricondotto a casa, alle ore piccole, a forza di braccia.
Aveva pubblicato solo pochi componimenti su rivista quando diede alle stampe il poema drammatico (destinato però alla sola lettura) Atalanta in Calydon (1865), a cui arrise un successo eccezionale. Solo un anno dopo gli scandalosi versi di Laus Veneris e Poems and Ballads gli diedero fama di poeta immorale, scatenando una campagna diffamatoria secondo molti perfettamente inutile: molte delle perversioni descritte da Swinburne erano un fatto puramente letterario. Secondo altri, aveva imparato a Eton tecniche erotiche sadomasochiste come, in particolare, la flagellazione; e gli sono attribuite almeno due relazioni omosessuali, con Richard Monckton Milnes, che gli fece scoprire il De Sade, e con il viaggiatore Richard Francis Burton. Sarebbe stato proprio Dante Gabriel Rossetti a tentare di convertirlo all'eterosessualità facendolo incontrare con l'artista circense Adah Menken; costei, rinunciando, avrebbe detto: "Non riesco a fargli capire che mordere non serve a niente". Le chiacchiere sul suo conto, ben lungi dall'avvilirlo, lo spronarono ad assumere atteggiamenti sempre più provocatori, fino a lasciar correre su di sé voci che lo volevano pederasta, e persino amante di una scimmia. Secondo Oscar Wilde, come si è detto, nulla di tutto ciò era vero; secondo lui, Swinburne era solo "un fanfarone, riguardo ai propri vizi, che ha fatto tutto il possibile per convincere il mondo della sua omosessualità e della sua bestialità quando non era né omosessuale né bestiale".
Nel 1868 Swinburne affittò con un amico una casa a Étretat, dove ricevette una visita del giovane Guy de Maupassant. Lo scrittore francese rimase vivamente impressionato dalla presenza di ossa umane su un tavolo, strane pitture alle pareti e una bertuccia vestita di tutto punto. Jean Lorrain si sarebbe ispirato a questo racconto. Edmond de Goncourt, nel suo romanzo La Fausta (1881) ispira il suo personaggio di Georges Selwyn, il sadico amatore di ragazzine, a Swinburne così come appare dal racconto di Maupassant.
Di là dalla leggenda, fu abbastanza sregolato da patire, nel corso degli anni, di varie sofferenze fisiche, finché ebbe un tracollo psicofisico. Nel 1879 fu preso in cura dall'amico Theodore Watts Dunton, che lo accudì nella propria villa di The Pines, Putney, nei pressi di Londra, fino alla fine dei suoi giorni. Questa crisi lo indusse a smettere gli atteggiamenti giovanilmente ribelli e ad assumere una certa rispettabilità sociale. Il suo isolamento si accentuò in séguito all'insorgere della sordità; morì d'influenza.
Fonte: Wikipedia