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Giovanni Battista Casti

Persona

drammaturgo

, Acquapendente, Viterbo / , Parigi, Francia


Biografia   

Canonico, professore di eloquenza, poeta, drammaturgo, arcade (fonte: Opac)


Giovanni Battista Casti (Acquapendente, 29 agosto 1724 – Parigi, 5 febbraio 1803) è stato un poeta e librettista italiano.
Studiò al seminario di Montefiascone, dove nel 1747 diventò sacerdote. Nel 1760-1 fu a Roma e nel 1765 a Firenze: presso la corte del granduca Leopoldo (il futuro imperatore Leopoldo II) il 15 dicembre 1769 fu nominato poeta di corte.
Dal 1772 intraprese diversi viaggi attraverso l'Europa: nel 1772 fu prima a Vienna e poi a Berlino e nel 1773 a Trieste; successivamente visitò l'Europa settentrionale e durante il 1781 soggiornò in Spagna e Portogallo; tra il 1777 e il 1783 fu in Russia, presso la Corte Imperiale di Caterina II, con la quale ebbe alcune tensioni a causa del suo poema Il poema tartaro, con il quale satirizzava sui politici russi.
Tornato nella capitale austriaca, dal 1784 iniziò ad occuparsi intensamente dell'attività librettistica: per Giovanni Paisiello (per il quale aveva già scritto un libretto durante la sua permanenza in Russia) produsse il libretto Il re Teodoro in Venezia, opera che andò scena nel maggio del 1784 al Burgtheater di Vienna, la quale riscosse un ampio successo. L'anno successivo per Antonio Salieri scrisse Le grotte di Trofonio, dramma giocoso che il compositore mise in scena in ottobre. Nonostante la elevata abilità poetica e i successi ottenuti come librettista non riuscì ad ottenere il posto di poeta cesareo della Corte Imperiale Austriaca (lasciato vacante dalla morte di Pietro Metastasio avvenuta nel 1782), il quale non fu assegnato a Lorenzo Da Ponte come spesso si trova scritto (Da Ponte era infatti poeta del teatro di corte). Lasciò dunque Vienna, solo dopo aver prodotto per Salieri la satira Prima la musica e poi le parole.
Negli anni successivi viaggiò molto in Italia e nel 1788 fu a Costantinopoli. Verso la fine del 1791 si mise in viaggio nuovamente per Vienna, giacché era diventato imperatore il suo vecchio datore lavoro e protettore, il granduca Leopoldo, il quale voleva nominarlo poeta cesareo. Però giunse troppo tardi: il 1º marzo 1792 l'imperatore morì prematuramente e gli succedette il figlio, Francesco I, il quale lo elevò comunque all'ambita carica con uno stipendio annuo di 2000 fiorini.
Nel 1798 decise di recarsi a Parigi per pubblicare alcuni suoi lavori, dove si spense tra il 6 e il 7 febbraio 1803. È proprio a Parigi che appare, lui vivente, la prima edizione del suo poema più famoso: Gli animali parlanti, in sestine, diviso in 26 canti, che tanta influenza ebbe sull'ultima opera di Giacomo Leopardi: i Paralipomeni alla Batracomiomachia.
fonte: wikipedia

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