Mauro Giuliani
Persona
chitarrista
, Bisceglie, Bari / , Napoli
Biografia
Ultimogenito di una famiglia benestante, Mauro aveva tre sorelle e un fratello, Nicola, che fu pure musicista, specializzato in armonia e canto. Trasferitasi la famiglia a Barletta, Mauro e il fratello studiarono violoncello e chitarra francese presso tale Gaetano Lucci. Giuliani partecipò quindi a vari concerti e pubblicò alcune opere. Ma poiché in Italia la musica strumentale non era tanto coltivata e apprezzata quanto la musica vocale (e la chitarra restava negletta), Mauro si trasferì nel 1802 a Vienna con moglie e figlio. In questa 'capitale' del mondo musicale europeo Giuliani si mise ben presto in luce come straordinario virtuoso di uno strumento fino ad allora ritenuto affatto marginale, folcloristico ovvero riservato al privato svago musicale dilettantistico. Nel 1808 venne in particolare eseguito per la prima volta il "primo gran concerto per chitarra e orchestra Op.30": composizione di carattere brillante ed eroico, costruita esemplarmente in ossequio al gusto napoleonico del momento. L'inedita ampiezza di impianto cameristico, con ampi squarci sinfonici, sfatavano di colpo il luogo comune dei limiti popolari e domestici che si attribuivano allo strumento. D'altro canto, i numerosi e apprezzati concerti viennesi di Giuliani, da solista e in varie formazioni - stando a una recensione dell'epoca, pare che persino Beethoven andasse con piacere a quei concerti -, non solo rinnovarono clamorosamente l'immagine della chitarra, quale strumento cameristico alquanto versatile, del quale si scopriva l'interessante dimensione orchestrale concertante, ma aprirono anche un fortunato filone nella fiorente editoria musicale di consumo dilettantistico. Il "Paganini della chitarra", come venne ribattezzato, divenne famosissimo e si conquistò la stima e l'amicizia di Paganini stesso, nonché di Rossini, Moscheles e Beethoven. Durante il soggiorno viennese produsse più di un centinaio di composizioni, fra le quali i tre concerti per chitarra e orchestra, alcune sonate per chitarra sola e brani destinati ad ensemble di vario tipo.
Mentre riscuoteva un discreto successo, si separò dalla moglie, ebbe una figlia illegittima e contrasse debiti che lo indussero ad abbandonare Vienna. Tornando in Italia nel 1819, tenne un concerto a Trieste, "molto applaudito", ed altri in alcune città del nord. Si stabilì dapprima a Roma, poi a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, pubblicando una cinquantina di composizioni.
Durante la sua carriera Giuliani, come altri colleghi chitarristi, non si limitò alla composizione e al concertismo, ma fu anche uno dei più prestigiosi insegnanti del suo strumento, vantando persino allievi d'alto rango, come l'imperatrice Maria Luisa, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, dalla quale ricevette in dono la Lira che Napoleone aveva commissionato per lei, nonché il titolo di musicista di corte e Cavaliere del Giglio. Pochi giorni dopo la sua morte, il necrologio apparso sul giornale del Regno delle due Sicilie, informava il pubblico: "La mattina del giorno 8 di questo mese Don Mauro Giuliani famoso chitarrista morì in questa capitale. La sua chitarra fu trasformata nelle sue mani in un'arpa che molceva i cuori degli uomini". La sua fama restò viva a lungo. In Francia e in Inghilterra, a distanza di dieci anni dalla sua morte, ancora venivano date alle stampe raccolte di sue brevi e armoniose composizioni per chitarra sola, The Giulianad (Le Giulianate). Giuliani, che costruì la nuova immagine della chitarra unitamente al non meno rilevante contributo dello spagnolo Fernando Sor, fece interessare alla chitarra anche compositori come Paganini e Diabelli, che hanno lasciato per questo strumento molti interessanti lavori.
fonte: wikipedia