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Pier Maria Bianchin

Persona

giornalista

Treviso / Treviso


Biografia   

Pier Maria Bianchin (Treviso 1906-1957) fu inviato di guerra nel 1940 in Africa, per la «Tribuna» di Roma e nel dicembre 1941 divenne corrispondente da Atene del «Giornale di Roma». La figura di Bianchin (foto a sinistra), che rinunciò a una carriera di direttore della Cassa di Risparmio per viaggiare nell'Africa italiana e in Europa, è uno dei protagonisti principali di Dai nostri inviati a Giarabub (Mursia, Milano 2006), scritto da Fabio Fattore, giornalista del «Messaggero». Fattore scandaglia le storie di cinque giornalisti italiani, la loro partecipazione alle guerre di Etiopia e Spagna e al secondo conflitto mondiale, ed in particolare mette in luce un episodio bellico di cui i cinque furono testimoni: la resistenza dell'oasi di Giarabub, nel deserto della Libia, nell'autunno 1940. In Cirenaica, il piccolo presidio comandato dal tenente colonnello Salvatore Castagna cadde sotto gli inglesi il 21 marzo 1941: una resistenza strenua, che la propaganda fascista usò ampliamente, creandovi attorno un mito (Goffredo Alessandrini nel 1942 ne trasse anche un film, con Alberto Sordi). Alla creazione di questo mito i giornalisti inviati di guerra diedero un contributo notevole. A cominciare dai cinque che riuscirono a raggiungere l'oasi assediata: oltre a Bianchin, Bruno D'Agostini del «Messaggero», Ferdinando Chiarelli del «Giornale d'Italia», Antonio Piccone Stella del Giornale Radio e Stanis Ruinas de «L'Ora». Fattore mette in luce anche la figura di un altro trevigiano a Giarabub: Aderito Leone Fornasier (a destra), maestro elementare di Chiarano e ufficiale di complemento dei meharisti (truppe cammellate libiche), che divenne amico di Bianchin e mori in combattimento il 19 marzo 1941.

fonte: La Tribuna di Treviso [sito: ricerca.gelocal.it]

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