Ida Hazon Vallardi
Persona
librettista
Milano
Biografia
Una donna eclettica e affascinante, sensibile e altruista. Poetessa dotata di grande ritmo e capacità di emozionare, librettista d' opera, si occupò anche di scene, costumi e regia. Dedicandosi totalmente al marito, celebre compositore. Nata a Milano nel 1939, Ida Vallardi, discendente dall' omonima famiglia di editori, dopo gli studi in Lettere classiche si specializzò in lingua e letteratura inglese e francese a Cambridge e a Losanna. Dall' età di diciotto anni decise di operare nei luoghi del dolore, in particolare occupandosi dell' assistenza di anziani, tetraplegici, malati di Alzheimer e Parkinson, ciechi e sordomuti. Nel 1979 diede vita all' Avo (l' associazione di volontari ospedalieri) che svolgono assistenza al Trivulzio: per questo il Comune le assegnò l' attestato di cittadina benemerita. Intanto nel 1957 aveva conosciuto in casa di amici il compositore Roberto Hazon. Si sposarono nel ' 59: il loro fu un legame intenso che li rese inseparabili. Ida scrisse i libretti in forma poetica delle opere liriche del marito: «Agenzia matrimoniale» nel 1961, «Madame Landru» nel 1963, il soggetto del balletto «A happy hippy» nel 1964, «Una donna uccisa con dolcezza» nel 1967. Nel 1985 sulle note del marito creò, traendola dall' omonimo romanzo del Manzoni, la sceneggiatura in quattro atti del balletto «I promessi sposi», rappresentato più volte al Teatro alla Scala. La musica di Hazon, accompagnata dalle parole di Ida, venne interpretata da artisti di fama internazionale, tra cui Montserrat Caballé, Renata Scotto, Paolo Montarsolo, Carla Fracci, Luciana Savignano, Oriella Dorella. Inoltre Ida curò regia, scene e costumi per le opere del marito. La scomparsa nel 2006 di Roberto, il suo Boby, fu per lei una tragedia insopportabile. «Mio marito era un uomo umile e straordinario, che dedicò la vita alla musica» - ricordava Ida prima del «Requiem» postumo, presentato pochi mesi fa a Sanremo- . Fra i compositori contemporanei fu uno dei più suonati e rappresentati al mondo». Ida era anche autrice di centinaia di poesie, uscite su riviste e antologie. Nel 2000 per le Edizioni del Leone pubblicò la silloge «Penso però che si chiami amore», a cura di Paolo Ruffilli. Le sue liriche sono le stanze di una condizione interiore, la partenza e l' arrivo della riflessione e dell' osservazione, il luogo della gioia e del dolore: il cuore e la testa che si dispongono alle molteplici possibilità del canto. addii@francomanzoni.it
fonte: corriere della sera