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Antonio Palminteri

Persona

compositore

, Menfi, Agrigento / , Pistoia


Biografia   

E’ nato a Menfi il 3 ottobre 1846 da Baldassare, medico e musico, e da Paola Ragusa. Nel 1860 si iscrisse al Real Conser­vatorio di Palermo dove compose la sua prima opera giovanile: “Imene dei Rizzari”. Nel 1870 conseguì il diploma di abilitazione al Magistero. Nel 1874 sostituì nell'insegnamento della musica il maestro Saladino. Rifiutata la cattedra per insegnamento di musica nei conservatori di Palermo, Napoli e di Firenze, iniziò l'attività di compositore. Si recò a Milano, città dove agivano i musicisti Amilcare Galli e Amilcare Ponchielli. In quella città il Palmin­teri compose due opere: Arrigo II e Amazzilia. La prima, Arrigo II, è una tragedia lirica in quattro atti, su libretto di V. Ramirez. Fu rappresentata, per la prima volta, a Monza il 12 ottobre 1878 e in seguito a Ferrara, Novara, Voghera, Bergamo e Casale Mon­ferrato, qui diretta dal maestro Mascheroni; Amazzilia è un dramma lirico in quattro atti composto su libretto di Zanardini. Fu rappresentato al Del Verme di Milano il 13 ottobre 1883. L'opera, che ottenne successo, fu replicata per undici sere di seguito. In seguito sarebbe stata rappresentata a Parma, diretta dal maestro Vanzo ed al Conservatorio di Milano. Le due opere furono pubblicate da Ricordi, che, tra i suoi consulenti musicali annoverò pure il maestro Palminteri. Morto Amilcare Ponchielli nel 1886, nella cattedra, al Con­servatorio, gli successe il musicista menfitano. Nella qualità di direttore d'orchestra nel 1893 fu in Spagna, dove diresse Aida, Carmen, Favorita, Lohengrin, Otello. Questa ultima interpretata dal tenore Francesco Tamagno. A Pietroburgo diresse opere di Bellini, a Buenos Aires di Giuseppe Verdi. I1 12 gennaio 1898, a Palermo, diresse il Lohen­grin, commemorando il primo cinquantenario dalla rivoluzione di Palermo, alla presenza di Vittorio Emanuele III e di sua mo­glie Elena Petrovic di Savoia. E’ morto il 31 luglio 1915 a Pistoia [Personaggi illustri nelle Terre del Gattopardo]


fonte: Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1861-1900

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