Nicola D'Arienzo
Persona
compositore
, Napoli / , Napoli
Biografia
Nipote del librettista Marco D'Arienzo.
D'ARIENZO, Nicola. - Nacque a Napoli il 24 dic. 1842 da Gaetano, notaio, e da Maddalena Santelia. Malgrado l'opposizione del padre riuscì, grazie all'aiuto dello zio, il librettista Marco D'Arienzo, ad intraprendere gli studi musicali: studiò dapprima il pianoforte con Pietro Labriola e Michelangelo Russo, e più tardi, vinta l'opposizione paterna, armonia e contrappunto con Vincenzo Fioravanti, e strumentazione con Giovanni Moretti. Debuttò come compositore d'opera nel 1860 al teatro Nuovo di Napoli, con l'opera buffa Monzù Gnazio o La fidanzata del parrucchiere (libretto di A. Passaro): l'opera fu apprezzata da S. Mercadante, che gli fu prodigo di consigli ed incoraggiamento.
Ad essa seguirono una serie di altre opere, tutte di genere comico o semiserio: I due mariti (libretto di A. Spadetta), rappresentata a Napoli, teatro Bellini, 1º febbr. 1866, ripresa al teatro Rossini nel 1871 e il 4 novembre dello stesso anno al teatro Re di Milano, con i dialoghi tradotti dal napoletano in italiano e l'aggiunta di un'aria per il tenore; Le rose (libretto di A. Spadetta), rappresentata al teatro Bellini di Napoli nel febbraio 1868; Il cacciatore delle Alpi (libretto di A. Spadetta), rappresentata nel teatrino accademico del Collegio dei nobili il 23 giugno 1870; Il cuoco e il segretario (libretto di A. Spadetta da una farsa di E. Scribe), andata in scena al teatro Rossini di Napoli l'11 genn. 1873: quest'opera rappresentò il maggior successo del D. in questo campo e la Gazzetta musicale di Milano (XXXI [1873], pp. 20 s.), ne lodò il buon gusto, la forza drammatica, l'originalità delle idee melodiche e la brillante strumentazione; I viaggi (libretto di A. Spadetta), rappresentata al teatro Castelli di Milano il 23 giugno 1875; La figlia del diavolo (libretto di A. Landi), rappresentata al nuovo teatro Bellini di Napoli il 16 nov. 1879, accolta favorevolmente dal pubblico ma negativamente dalla critica che accusò il D. di essere "più realista di Berlioz e Wagner" (cfr. A. Della Corte, p. 331): in essa il D. aveva applicato i principi armonici esposti nella sua Introduzione del sistema tetracordale; I tre coscritti (libretto di L. E. Bardare) rappresentata al R. Albergo dei poveri dagli allievi della scuola di musica, il 10 febbr. 1880; La fiera (libretto di S. Di Giacomo), rappresentata al teatro Nuovo di Napoli nel febbraio 1887: il corrispondente da Napoli della Gazzetta musicale di Milano vi rilevava, accanto ad interessanti idee melodiche e all'armonia e strumentazione sempre eleganti e ricercate, il tentativo di caratterizzare ogni personaggio attraverso una propria melodia che si mantiene per tutta l'opera (XLV [1887], p. 110).
II D. scrisse inoltre alcuni brani per opere di diversi autori tra cui La rivista (di Castelmezzano e Bartolin, Napoli, teatro Nuovo, febbraio 1872) e Na quaglia de maggio (di Castelmezzano, teatro S. Carlino, giugno 1880). Non furono invece rappresentate le due opere serie Rita di Lister, scritta prima del 1873 su libretto di Marco D'Arienzo, e Lesbo di Rodio, su libretto proprio, composta prima del 1887, mentre rimase incompiuta l'opera Capitan Fracassa.
L'attività di operista del D. si inquadra nella tradizione rossiniana, che a Napoli sopravvisse fino quasi alla fine dell'Ottocento; tuttavia, pur nella ripetizione di schemi ormai logori, il D. si distinse dai compositori napoletani contemporanei per sapienza tecnica, signorilità di forma melodica e cura nell'elaborazione armonica.
L'attività di compositore del D. non si limitò alla musica operistica, ma si estese alla musica sacra, con un oratorio, Cristo sulla croce (testo di Marco D'Arienzo), un Miserere a 5 voci e uno Stabat Mater a 6 voci, coro e orchestra, alla musica vocale da camera, con un gran numero di romanze e canzoni napoletane, e particolarmente alla musica strumentale, sinfonica e da camera. A quest'ultima si era dedicato fin dai primi anni di attività, partecipando fra l'altro, sia come esecutore sia come compositore, alle tornate del Circolo Bonamici (1863-1866): in una di esse fu eseguito un suo Trio per pianoforte, violino e violoncello, composto negli anni di studio. Compose inoltre altri due trii, un Quartetto per archi, un Quintetto per pianoforte e archi eseguito al Circolo musicale napoletano nel 1889, un Nonetto, una Sonata per violoncello e pianoforte, eseguita a Napoli nel 1884 dal violoncellista Loveri e dal pianista L. Romaniello, due Concerti per violino e pianoforte, editi da Sonzogno, un concerto per corno da caccia, varie sinfonie e poemi sinfonici (un suo concerto per orchestra, eseguito nel 1881 a Napoli al R. Albergo dei poveri, fu definito dalla Gazzetta musicale di Milano, XXXIX [1881], p. 26, "lavoro pieno di estro e di dottrina"). Nel complesso le composizioni strumentali del D., pur essendo gradevoli e ben costruite, ricalcano per la maggior parte gli schemi ereditati dal romanticismo tedesco.
Più rilevante fu la sua attività di teorico e studioso: ad essa appartengono da una parte l'Introduzione del sistema tetracordale nella musica moderna (Napoli 1878), in cui il D., pur non arrivando a costruire un vero e proprio sistema, cercò di ampliare le possibilità dell'armonia moderna con l'introduzione della scala con seconda minore, giustificandola fra l'altro con la sua presenza nel canto popolare napoletano e siciliano; dall'altra i suoi studi storici, tanto più significativi se si considera l'arretratezza culturale dell'ambiente musicale napoletano di quel periodo: Un predecessore di A. Scarlatti [Gesualdo da Venosa] e lo stile madrigalesco, Napoli 1891; Salvator Rosa e lo stile monodico da camera, in Rivista music. ital., I (1894), pp. 389 ss.; Origini dell'epoca conica, ibid., II (1895), pp. 597 s.; IV (1897), pp.421-59; VI (1899), pp. 473 ss.; VII (1900), pp. 1-33; La musica in Napoli, Napoli 1900; Il melodramma dalle origini al secolo XVIII, in Aversa a D. Cimarosa, Aversa 1901; Il melodramma moderno italiano, Lipsia 1902.
Il D. si dedicò per tutta la vita con passione all'insegnamento: fra i suoi allievi N. van Westerhout, C. De Nardis, E. De Leva, E. Coop, E. Gianturco, L. Denza, P. La Rotella, L. Filiasi, G. Napoli, F.M. Napolitano, A. Savasta. Insegnò dal 1872 armonia e contrappunto alle scuole musicali del R. Albergo dei poveri, di cui nel 1879 divenne direttore generale; al conservatorio S. Pietro a Maiella insegnò dapprima armonia (1875), poi contrappunto e composizione (1877), e storia della musica (1904). Alla morte di G. Martucci tenne la reggenza del conservatorio (1909-11). Continuò ad insegnare anche dopo essere andato in pensione nel 1912.
Morì nella città natale il 25 aprile del 1915.
fonte: Dizionario Biografico degli Italiani, voce a cura di B.M.Antolini [treccani.it]