Antonio Basoli
Persona
incisore
, Castel Guelfo, Bologna / , Bologna
Biografia
Antonio Basoli (Castel Guelfo, 18 aprile 1774 – Bologna, 30 maggio 1843) è stato un pittore e incisore italiano esponente del neoclassicimo bolognese.
Originario di Castel Guelfo, bolognese d'adozione, era figlio di Lelio Andrea e Apollonia Fontana.
Fu pittore e decoratore d'interni, incisore e membro dell'Accademia delle Arti di Bologna.
La sua formazione si è nutrita dell'interesse onnivoro e costante per le opere dell'arte classica, la letteratura classica e contemporanea, i repertori e le decorazioni, le incisioni di Piranesi. I primi segreti dell'arte li prese da suo padre Lelio Andrea Basoli.
Basoli, insieme con i fratelli Luigi e Francesco, operò come scenografo, decoratore, disegnatore di sipari, per vari teatri dell'area bolognese, il Marsigli Rossi, il Comunale, e soprattutto il teatro Contavalli (1814); restano ormai poche tracce di queste sue opere, documentate tuttavia dalla ricca produzione di disegni, acquerelli ed incisioni, tra le quali le acquatinte della Collezione di varie scene teatrali, realizzate dal 1821. Gli anni dal 1818 agli anni '20 dell'Ottocento rappresentano gli anni della massima maturità artistica di Basoli in questo settore, con il viaggio a Milano e la visita alla "sala di Sanquirico", ossia lo studio del principale scenografo della Scala di Milano, cui Basoli si ispirò per la scenografia dell'Edipo re al Contavalli nel 1822, la rappresentazione di Semiramide riconosciuta nel 1820 e infine la pittura delle scene e del teatro dei Cavalieri dell'Unione di Santarcangelo di Romagna.
Basoli disegnò innumerevoli capilettera. Essi furono utilizzati all'inizio di ogni capitolo de La storia infinita, il celeberrimo romanzo di Micheal Ende.
Opere principali
• Palazzo Hercolani, via Mazzini, 45 Bologna - decorazioni di alcune camere del palazzo in collaborazione con il fratello[1]
• Raccolta di Prospettive Serie, Rustiche, e di Paesaggio (1810)
• Vedute pittoresche della città di Bologna (1833)
• Alfabeto pittorico (1839)
fonte: wikipedia
Antonio Basoli, il visionario
Non lasciò quasi mai Bologna, se non per brevi viaggi in Italia, però seppe cogliere il vento di rinnovamento che soffiava sull' arte europea dell' Ottocento, appoggiando e cavalcando gli scossoni sociali e politici portati da Napoleone. Ma Antonio Basoli, pittore, decoratore, scenografo, docente all' Accademia di Belle Arti, fu soprattutto un progettatore di spazi, creatore di mondi, reali o fantastici, che condizionarono il gusto di una classe sociale borghese che si andava affermando. La sua produzione eclettica e variegata si può ora ripercorrere nella mostra «Antonio Basoli. Ornatista, scenografo, pittore di paesaggio», a cura di Fabia Farneti ed Eleonora Frattarolo, col coordinamento di Andrea Emiliani, che si inaugura sabato alle 17.30 alla Pinacoteca. L' iniziativa è promossa dalla vicina Accademia delle Belle Arti, che ha tratto dai propri archivi le circa duecento opere della rassegna (dipinti, disegni, bozzetti, carte acquerellate), cui s' aggiungono alcuni pezzi da collezioni private, dalla Fondazione Carisbo, dall' Archiginnasio, dalla Pinacoteca, dalla Galleria d' arte moderna, dalla Fondazione Collegio Artistico Venturoli, dalla Giorgio Cini di Venezia e da Villa Franceschi di Riccione. E' una selezione delle diecimila carte che l' Accademia acquistò nel 1857, recuperando l' intero patrimonio che l' artista custodiva nella sua casa di Borgo della Paglia, dove visse fino alla morte, avvenuta nel 1848. Si tratta d' un corposo tesoro documentaristico, che da tre anni viene restaurato e ri-catalogato, grazie alla Fondazione Carisbo, sostenitrice pure della mostra che rientra in un programma più ampio, comprendente un' esposizione a Casa Saraceni con opere di artisti coevi di Basoli e la ristampa anastatica di due taccuini (cui se ne dovrebbero sommare altri). Da quelle carte e dai dipinti, emerge tutta la visionarietà di Basoli, la sua capacità di ideare nuovi spazi e nuovi paesaggi, sia che definissero la dimensione intima d' abitazioni eleganti e raffinate, sia che s' allargassero ad orizzonti esotici, in realtà di paesi inesistenti, terre sconosciute, città antiche percorse da personaggi mitici. Idee e dimensioni diverse per una produzione molto cospicua, scandita per argomenti nel percorso espositivo, con un allestimento curato da Mario Brattella. Nelle diverse sezioni si alternano i dipinti con le vedute bolognesi ai progetti di decorazione di interni, le fastose scene per i teatri alle scene fantastiche che Basoli iniziò a produrre dopo la perdita di un occhio a seguito di un' aggressione. Sono le visioni che entusiasmarono il regista Stanley Kubrick che, grazie alla mediazione di Alessandra Borgogelli, comprò una trentina di sue incisioni, vedendo in quelle composizioni antiche una straordinaria modernità, lo spunto per una visionarietà da tradurre sul grande schermo. I tanti aspetti dell' arte di Antonio Basoli e la sua attualità saranno analizzati nei saggi del catalogo, edito da Minerva, che si avvale anche del lavoro fotografico di Marco Baldassari, Clinio Giorgio Biavati, Paolo Panzera. Sono inoltre previsti percorsi didattici e conferenze sull' artista. La mostra rimarrà aperta fino al 31 maggio, dalle 10 alle 19, tranne il lunedì. L' ingresso è gratuito.
PAOLA NALDI
13 marzo 2008 sez.
fonte: Repubblica