Fausta Labia
Persona
soprano
, Verona / , Roma
Biografia
Fausta nacque a Verona il 3 apr. 1870; era figlia del conte veneziano Gianfrancesco e di Cecilia Dabalà, cantante e insegnante di canto, a sua volta figlia d'arte (la nonna Fausta aveva avuto una breve carriera come soprano dal 1845 al 1850 circa).
Non tutte le fonti concordano sulla data di nascita, ma la sorella Maria specifica, nelle sue memorie, che Fausta era esattamente 10 anni più vecchia di lei e che morì a 65 anni (M. Labia, Guardare indietro…, pp. 100-102). È ancora Maria a ricordare quando, decenne, applaudì la sorella maggiore nel suo primo concerto; il che fissa l'inizio della carriera di Fausta al 1890.
Quest'evento giunse al termine degli studi, svolti con la madre e con Maria Spezia Aldighieri; in seguito Fausta svolse un'intensa attività teatrale dal 1892 al 1908, con un'appendice nel 1912 al teatro di Buenos Aires (Lohengrin di R. Wagner, Tosca di G. Puccini). Nel 1907 sposò il tenore Emilio Perea; lo sfortunato matrimonio fu causa dell'interruzione della sua carriera. In seguito divenne insegnante presso l'Accademia di S. Cecilia a Roma.
Il debutto avvenne al teatro Filarmonico di Verona nella stagione 1892-93, come Isabella in Roberto il diavolo di G. Meyerbeer e Margherita nel Mefistofele di A. Boito, ruoli di spicco del melodramma mediottocentesco che però non lasciano prevedere l'inusuale varietà di repertorio che presto Fausta avrebbe raggiunto. Fu attiva dal 1893 al 1895 a Stoccolma (Valentina ne Gliugonotti di Meyerbeer, Pagliacci di R. Leoncavallo, L'amico Fritz di P. Mascagni, Donna Anna nel Don Giovanni di W.A. Mozart); l'anno successivo cantò al S. Carlos di Lisbona, poi in Italia a Torino, Roma, Bologna. Nei numerosi successi della sua breve carriera di soprano meritano menzione almeno tre episodi salienti. Durante l'Esposizione generale italiana di Torino del 1898 furono eseguiti per tre volte (26, 28, 30 maggio) i Pezzi sacri di G. Verdi (Stabat Mater, Laudi alla Vergine Maria, Te Deum) in prima nazionale, sotto la direzione di A. Toscanini, alla presenza dell'autore; Fausta fu invitata insieme con Maria Pozzi, Tina Alasia e Guerrina Fabbri (La Stampa, 27 maggio 1898; Gazzetta musicale di Milano, 2 e 16 giugno 1898).Nel 1900, alla Fenice di Venezia, cantò in Iris di Mascagni con successo tale che l'autore la giudicò "insuperabile" in quel ruolo, secondo quanto asserisce la sorella Maria (Guardare indietro…, p. 102). Il terzo evento riconduce a Toscanini, che nel 1901-02 la volle per il ruolo di Sieglinde ne La Walkiria di Wagner, alla Scala di Milano (26 dic. 1901).
Il ritratto, già ben delineato, viene completato da alcuni dei titoli più frequenti e fortunati della sua carriera: Il re di Lahore di J. Massenet; Il trovatore, La traviata, Un ballo in maschera, Aida e Otello di Verdi; Fedora di U. Giordano; ManonLescaut e Tosca di Puccini; Sigfrido e I maestri cantori di Norimberga di Wagner. La superiore padronanza tecnica e la versatilità stilistica le permisero di spaziare fra i più diversi generi.
Fausta morì a Roma il 6 ott. 1935.
fonte: dizionario biografico degli italiani, voce a cura di Antonio Rostagno (treccani.it)