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Giuseppe Zecchillo

Persona

baritono

, San Paolo, Brasile / , Milano


Biografia   

È morto ieri, all' età di 82 anni, il baritono Giuseppe Zecchillo. Conosciuto da tutti come il «sindacalista dei cantanti» (fu lui a fondare lo Snaal, il sindacato nazionale autonomo dei cantanti lirici), nel corso della carriera avviata nel 1955, ha cantato in tutti i più grandi teatri del mondo, Scala compresa. Lascia un repertorio di oltre 220 opere, da Monteverdi ai contemporanei, oltre a una collezione di tele concettuali. Fu premiato con l' Oscar della critica a Cortina nel 1963, riconoscimento dato, prima di lui, solo a Corelli, Tebaldi e Callas. Sindaco dell' associazione «Città di Brera», il quartiere dove abitava e «uomo contro», in una delle sue ultime interviste raccontò: «Se vedo un' ingiustizia, devo andare in fondo per smascherare i responsabili».

corriere della sera del 25 novembre 2011


FONTE: Il baritono Giuseppe Zecchillo (São Paulo 18/12/1929 - Milano 23/11/2011), cantante lirico al Teatro alla Scala, al Teatro La Fenice e all'Arena di Verona oltre ad avere inciso numerosi dischi ed essere pittore e poeta, fu anche collezionista e ammiratore dell'artista Piero Manzoni (Soncino 13/7/1933 - Milano 6/2/1963).
Come omaggio a Giuseppe Zecchillo e all'opera di Piero Manzoni, il critico e curatore d'arte Alain Chivilò riprende l'intervista del 20/1/1987, da Caleidoscopio Ciac - Archivio Luce, inerente al recente acquisto di Zecchillo dell'opera "Merda d'artista" per Lire 13.500.000 L.
La risata finale del baritono è una simpatica e sarcastica risposta verso quell'ironia spesso determinata da una sorta di non conoscenza rivolta da terzi verso alcune espressioni artistiche.
Flash sull'opera "Merda d'artista":
il 12 agosto 1961, in occasione di una mostra alla Galleria Pescetto di Albisola Marina, Piero Manzoni presentò per la prima volta in pubblico le scatolette di Merda d’artista ("contenuto netto gr.30, conservata al naturale, prodotta ed inscatolata nel maggio 1961"). Il prezzo fissato dall’artista per le 90 scatolette (rigorosamente numerate) corrispondeva al valore corrente dell’oro.

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