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Andrea Taramelli

Persona

fotografo

Bergamo

Andrea Taramelli noto come ritrattista fonda uno studio nel 1863, inizialmente in società con Marieni. Nel 1868 l’atelier si sposta in Contrada San Bartolomeo, località che nel 1874 viene rinominata via T. Tasso. Nel 1870 riceve la medaglia di rame all’Esposizione Provinciale Bergamasca. Alla morte di Andrea, avvenuta nel 1887, la gestione della bottega viene assunta dal figlio Edoardo (1863-1937), che sceglie di mantenere nella titolazione dell’esercizio commerciale il nome del padre. Anche lui è un valido fotografo e nel 1892 riceve una medaglia d’oro all’Esposizione operaia d’arti e mestieri in Bergamo. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la professionalità dello studio Andrea Taramelli è così riconosciuta da far sì che la committenza si rivolga a questo stabilimento fotografico per la riproduzione delle opere d’arte del territorio.


Biografia   

Indirizzo: Bergamo

Tra le botteghe più rinomate vi è quella di Andrea Taramelli, “pittore fotografo” noto per le sue abili doti di ritrattista. Lo studio fotografico, fondato nel 1863, inizialmente in società con Marieni, è costituito da una terrazza “Sul Mercato dei Bovini” attrezzata con una sala di posa atta a cogliere la clientela desiderosa di ottenere un proprio ritratto. Nel 1868 l’atelier è spostato in Contrada San Bartolomeo, località che nel 1874 viene rinominata via T. Tasso. Tutte queste trasformazioni di luogo richiedono a Taramelli un tempestivo aggiornamento del marchio con l’indirizzo dello studio, stampato al verso delle cartes de visite.
Il 1870 è un anno importante per Taramelli: il conferimento della medaglia di rame all’Esposizione Provinciale Bergamasca lo induce a modificare ancora una volta la decorazione del proprio timbro, aggiungendo la riproduzione dei due lati della medaglia. Negli atti dell’esposizione si legge: “Il Giurì invitato ad esprimere le proprie idee intorno alle immagini prodotte con la fotografia ed esposte in questa occasione, non potendo considerarle come opera d’arte, non vuol rifiutarsi però di avvertire quelli fra i fotografi dotati di miglior senso artistico nell’atteggiamento della figura, o nel loro aggruppamento. E pertanto da cosiffatto punto di vista non esita a designare come degno di Medaglia di rame il fotografo: TARAMELLI ANDREA […]”.
Alla morte di Andrea, avvenuta nel 1887, la gestione della bottega viene assunta dal figlio Edoardo, che sceglie di mantenere nella titolazione dell’esercizio commerciale il nome del padre. Anche Edoardo è da subito riconosciuto come un fotografo valente e capace: come il padre, nel 1892 riceve una medaglia, questa volta d’oro, all’Esposizione operaia d’arti e mestieri in Bergamo. Le vedute urbane o naturalistiche che il Museo conserva nell’Archivio fotografico Sestini sono solo alcune testimonianze della bravura del figlio in ambito paesaggistico. È Edoardo a immortalare alcuni edifici della città o a documentare tra la fine del secolo e primi del Novecento l’area della Fiera, compresi i primi abbattimenti del complesso avvenuti attorno al 1910. A lui vanno attribuite anche una serie di sottili stampe all’albumina che hanno per soggetto la Bergamasca -dai laghi alle montagne fino alle attività produttive delle valli. Non solo, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo, la professionalità dello studio Andrea Traramelli è così riconosciuta da far sì che la committenza si rivolga a questo stabilimento fotografico per la riproduzione delle opere d’arte del territorio, come i quadri dell’allora Galleria Carrara o le sculture allegoriche del Battistero di Bergamo.

fonte: museodellestorie.bergamo.it/

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