Alberto Mazzucato
Persona
compositore
, Udine / , Milano
Biografia
Alberto Mazzucato - nato a Udine nel 1813 e morto a Milano 1877 - fu compositore,
musicista, insegnante (diresse il Conservatorio di Milano) e critico. Dal 1845 al 1858 fu
direttore della “Gazzetta musicale di Milano”.
fonte: www2.unipr.it
MAZZUCATO, Alberto. – Nacque a Udine il 28 luglio 1813 da Giovanni, professore di botanica presso il regio liceo di Udine, e da Elisabetta Rinoldi. Verso gli undici anni venne avviato dalla madre, colta nobildonna, allo studio del pianoforte e nel 1827 presentò già delle proprie Variazioni strumentate in un’accademia presso la Società filarmonico-drammatica udinese. Dopo il liceo, su impulso della famiglia, si iscrisse al corso di matematica dell’Università di Padova; contemporaneamente prese lezioni di composizione da P. Bresciani. Il 24 marzo 1834 fece rappresentare al teatro Novissimo di Padova La fidanzata di Lammermoor, dramma per musica in tre atti su libretto di P. Beltrame, precedendo di un anno la Lucia di Lammermoor di G. Donizetti. Ma la sua prima opera potrebbe essere La signora di Monza, mai citata negli studi dedicati al M., della quale sopravvivono l’ouverture (Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, FF.2.6.7.17) e la romanza Se avverrà che l’idol mio, edita a Milano da Ricordi nel 1833 con dedica a Giuditta Pasta. Il titolo dell’opera sembra rimandare ai Promessi sposi manzoniani; ma il testo, genericamente amoroso, non chiarisce la natura di questo lavoro.
Il M. si volse quindi a Milano, dove il 26 apr. 1836 presentò al teatro della Canobbiana il suo Don Chisciotte, melodramma giocoso in due atti su libretto di I. Crescini; l’opera ebbe esito infelice. Un soggiorno a Parigi, fra il settembre del 1836 e l’aprile del 1837, al quale ne seguì un altro nel 1855, si rivelò decisivo per la sua formazione: assistette ai grand-opéra di E. Auber, G. Meyerbeer, J. Halévy e dell’ultimo G. Rossini e ascoltò le sinfonie di L. van Beethoven. Tornò sulle scene con Esmeralda, melodramma in tre atti su libretto di F. De Boni (tratto da Notre-Dame de Paris di V. Hugo), rappresentata al teatro Sociale di Mantova il 10 febbr. 1838 e poi in altri teatri con varia fortuna. Decisamente cattiva l’accoglienza riservata dal pubblico della Scala a I corsari, melodramma semiserio in due atti di F. Romani (15 febbr. 1840). Sempre a Milano riscosse un vero successo I due sergenti (teatro Re, 27 febbr. 1841), melodramma semiserio in due atti su un vecchio libretto di F. Romani scritto per Donizetti (Chiara e Serafina, 1822); benché rappresentata fino almeno al 1855, l’opera fu giudicata da G. Verdi «parto di mente traviata» e «delirio», e il suo autore meritevole del manicomio (lettera del 4 apr. 1841 a G. Demaldè, in Carteggi verdiani, IV, p. 78). I melodrammi successivi ebbero esito alterno. L’opera seria Luigi V re di Francia (Milano, teatro Re, 25 febbr. 1843), ancora su testo di Romani per Donizetti (Ugo conte di Parigi, 1832), discretamente accolta nel 1843, fu sottoposta nel 1852 ad ampia revisione, ma non ottenne che un momentaneo successo al teatro Regio di Parma e alla Scala. L’ultimo impegno fu Hernani (Genova, teatro Carlo Felice, 26 dic. 1843), su libretto di D. Bancalari tratto dal dramma di Hugo che ispirò Verdi. Quest’ultimo rappresentò il proprio Ernani a Venezia il 9 marzo 1844: l’opera del M. è dunque precedente; ma in seguito si asserì da più parti il contrario, fatto che amareggiò molto il M., che abbandonò quindi l’agone operistico. Incompiuta restò Fede ed errata è l’attribuzione al M. di un Alberico da Romano che sarebbe stato dato a Padova nel 1847 (in realtà, un’opera di F. Malipiero rappresentata nel 1848); sola eccezione sarebbe la collaborazione a La vergine di Kermo (Cremona, teatro della Concordia, 1870), melodrammaromantico in tre atti di F. Guidi, in realtà un pasticcio con musiche di diversi autori (del M. è la prima scena dell’atto III). Per il resto, si conta un esiguo numero di pezzi vocali e strumentali da camera e un più consistente manipolo di brani sacri.
Nel 1839 il M. si era trasferito definitivamente a Milano. Entrò nel conservatorio come maestro di canto delle alunne, dopo quattro mesi di supplenza nella classe maschile. Occupò in seguito le cattedre di filosofia e storia musicale (dal 1850) e di composizione, armonia e strumentazione (dal 1851); dal 1872 fino alla morte ricoprì la carica di direttore. Dalle sue classi uscirono figure rilevanti quali A. Boito, F. Faccio, A. Galli, G. Ricordi, J. Foroni, C. Gomes, A. Fumagalli, G. Benedict, P. Remondi, la compositrice Carlotta Ferrari, le cantanti Marietta Gazzaniga e Teresa De Giuli Borsi. All’attività didattica si collegano la traduzione italiana di importanti trattati di canto (M. Garçia e H. Panofka), armonia (Fr.-J. Fétis), strumentazione (H. Berlioz) e la redazione di un Atlante della musica antica. Prima della morte il M. avrebbe affidato al figlio Gian Andrea il manoscritto di una Storia ed estetica della musica, mai pubblicato. Nel 1850 fu incaricato con alcuni colleghi di elaborare un progetto di riforma del conservatorio milanese, approvato nel 1855-56; fu membro della commissione per la riforma dell’insegnamento musicale in Italia, presieduta da Verdi. Quale critico musicale collaborò con vari periodici, principalmente con la Gazzetta musicale di Milano: oltre alle recensioni operistiche, affrontò temi di teoria, analisi, musica strumentale, senza sottrarsi al dibattito anche polemico. Alla Scala fu maestro concertatore al cembalo dal 1854 al 1867, nel 1867-68 concertatore e direttore d’orchestra: fu il primo direttore moderno della Scala, in piedi sul podio con la bacchetta, pratica inaugurata nel 1866 con l’allestimento dell’Africana di G. Meyerbeer. Si avvicinò a Verdi, del quale diresse alla Scala nel 1868 il Don Carlo; il compositore gli indirizzò importanti lettere sull’interpretazione dell’opera. Fu fra i fondatori della Società di S. Cecilia (1860-61) e della Società del quartetto (1864). In qualità di impresario gestì la Scala fra il settembre 1855 e il dicembre1856. Occasionalmente scrisse qualche testo per musica.
Il M. morì a Milano il 31 dic. 1877.
fonte: Dizionario Biografico degli italiani, voce a cura di Angelo Rusconi (treccani.it)
fonte: Giovanni Masutto, I maestri di musica italiani del secolo XIX: notizie biografiche (lo dà morto nel gennaio 1878)