Contenuto di Public History

Enrico San Martino Valperga

Persona

avvocato

, Torino / , Roma


Biografia   

[...]
Terminati gli studi al ginnasio con due anni di anticipo, il conte Enrico si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza a 15 anni, laureandosi tre anni dopo. Al contempo manifestò una decisa inclinazione per la musica, incentivata presumibilmente dal favorevole ambiente familiare. La madre Rosalia era infatti un’appassionata cultrice di musica: aveva preso lezioni da Sigismund Thalberg e si dilettava a suonare con la violinista Teresina Tua. Giovanissimo, San Martino fu allievo di Carlo Rossaro per il pianoforte, studiò inoltre violoncello e armonia e contrappunto con Carlo Casella, padre di Alfredo. Fra i maestri frequentati a Torino ci furono probabilmente anche Tancredi Ferraris per il violoncello e Lorenzo Bellardi per l’armonia. Nel 1886 s’iscrisse alla Società del Whist, nata nel 1841 nel Caffè Florio su impulso di Camillo Benso di Cavour, e confluita, un secolo dopo (1946), nell’Accademia filarmonica.

A seguito della nomina (giugno 1886) del padre Guido a senatore del Regno d’Italia, nel 1887 si stabilì a Roma, dove sposò, nel 1909, la ventenne Madeleine Fourton (Parigi, 1899-Roma, 13 settembre 1955): il matrimonio non diede figli.

Grazie anche alle relazioni paterne con l’alta società romana, San Martino entrò subito nei massimi livelli della vita culturale cittadina, di cui divenne presto un protagonista; ricoprì cariche direttive nelle maggiori istituzioni musicali e teatrali: nel 1888 fu presidente del Circolo dei musicisti di Roma; dal 1892 al 1893 presidente dell’Accademia filarmonica romana; nel 1895 presidente della Regia Accademia di Santa Cecilia e dell’annesso liceo musicale, carica che mantenne fino alla morte (1947); nel 1905 presidente del consiglio d’amministrazione della Drammatica compagnia di Roma (anche detta Stabile romana, la prima compagnia di moderna concezione nella storia del teatro italiano); dal 1908 al 1911 presidente del comitato esecutivo dell’esposizione artistica per il cinquantenario dell’Unità d’Italia; dal 1917 al 1919 presidente della Società italiana di musica moderna; nel 1918 presidente del consiglio d’amministrazione della Società Ars Italica, cui fu affidata la gestione del teatro Argentina e di altri teatri romani; nel 1922 fondatore dell’Unione nazionale dei concerti, costituita presso l’Accademia di Santa Cecilia; nel 1923 presidente della Commissione dell’Ente autonomo del Teatro nazionale dell’Opera in Roma, mediante la quale favorì la successiva acquisizione da parte del Comune di Roma (1926) della maggioranza delle azioni nella Società teatrale internazionale (nella quale fu consigliere delegato), allora proprietaria del teatro Costanzi; nel 1929 membro del comitato di gestione provvisoria dello stesso teatro dell’Opera, nel frattempo ceduto interamente al Governatorato di Roma; nel 1942, su nomina del ministro della Cultura popolare, presidente del Comitato per la stagione di opere contemporanee da svolgersi alla Scala di Milano e all’Opera di Roma (divenuta, per regio decreto del 4 maggio dello stesso anno, Ente autonomo del Teatro Reale dell’Opera).

Oltre che di musica e di teatro, San Martino si occupò anche del settore del cinema e delle arti figurative. Nel 1919 entrò a far parte del consiglio direttivo dell’Unione cinematografica italiana, che aveva per scopo «di esercitare, sia in Italia che all’estero, l’industria e il commercio cinematografico sotto qualsiasi forma, compreso l’esercizio dei cinematografi e tutte le altre industrie sussidiarie» (Enrico di San Martino e la cultura musicale europea, 2012, p. 450); nel 1932 fu presidente del Consiglio direttivo della neonata Scuola nazionale di cinematografia, costituita inizialmente presso l’Accademia di Santa Cecilia e divenuta poi, una volta staccatasi dall’accademia e dal controllo di San Martino, Centro sperimentale di cinematografia (1935).

In campo artistico va ricordato il suo impegno, dal 1898 al 1910, come presidente della Società amatori e cultori delle Belle arti (fondata a Roma nel 1829), carica che ricoprì con l’intento di sostenere l’affermazione culturale della capitale a livello nazionale. Dopo la citata esperienza come organizzatore dell’esposizione artistica del 1911, nel 1912 accettò la proposta, avanzata da un gruppo di giovani artisti (in particolare da Camillo Innocenti), di presiedere una nuova associazione denominata Secessione, che aveva per obiettivo lo svecchiamento dell’ambiente artistico romano e l’apertura agli orizzonti internazionali. Nel 1927 fu nominato presidente delle esposizioni quadriennali nazionali d’arte, le grandi rassegne sulle quali doveva basarsi il sistema artistico in epoca fascista, carica che mantenne fino alla caduta del regime. Nel 1935 divenne socio dell’Académie des beaux-arts, per conto della quale – primo straniero invitato come relatore, a testimonianza della sua vicinanza alla cultura francese – tenne il discorso celebrativo dei 140 anni dalla fondazione dell’Institut de France, di cui era socio.


fonte: treccani

Share