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Mario Castelnuovo-Tedesco

Persona

compositore

, Firenze / , Los Angeles, Stati Uniti


Biografia   

Allievo di Ildebrando Pizzetti (a cui Castelnuovo-Tedesco dedicò anche uno dei suoi "Caprichos de Goya") in composizione al Conservatorio di Firenze, dopo essersi diplomato in pianoforte sotto la guida di Edgardo Del Valle de Paz (1861-1920), pianista e compositore allievo di Beniamino Cesi, Castelnuovo-Tedesco riscosse sin dall'inizio della carriera ottimi consensi in tutta Europa. Nel 1925, con La mandragola, vinse un importante concorso di composizione e l'opera fu rappresentata al Teatro La Fenice di Venezia. Ebbe tra gli interpreti delle sue musiche artisti del calibro di Alfredo Casella, Walter Gieseking, Jascha Heifetz, Gregor Piatigorsky e Andrés Segovia.
Figlio di una famiglia ebrea - attiva da generazioni nel campo della finanza - a causa delle leggi razziali promulgate dal regime fascista, nel 1939 fu costretto a lasciare l'Italia con la sua famiglia e a trasferirsi negli Stati Uniti, dove si affermò a Hollywood come autore "fantasma" di colonne sonore (pochissime sono quelle che gli furono accreditate) e come insegnante di composizione. Ebbe tra i suoi allievi compositori del calibro di Elmer Bernstein, Jerry Goldsmith, John Williams, Henry Mancini, André Previn, Nelson Riddle.
Nel 1958 vinse il Concorso Campari con l'opera Il mercante di Venezia, che fu rappresentata al Maggio musicale fiorentino sotto la direzione di Gianandrea Gavazzeni.
Dotato di una vena melodica ricchissima e fluente, Castelnuovo-Tedesco eccelse soprattutto nel campo della musica vocale: «Ho scritto una grande quantità di melodie vocali nella mia vita; ne ho pubblicate centocinquanta (per non parlare di quante sono rimaste inedite nel cassetto) e le ho composte in tutte le lingue che conosco - italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, latino. La mia ambizione e, ancora più, una urgenza profonda, è sempre stata quella di unire la mia musica ai testi poetici che hanno destato il mio interesse e la mia emozione, per coglierne l'espressione lirica».[1]
Compositore colto e raffinato, musicò autori come Cavalcanti, Petrarca, Vogelweide, Cervantes, Shakespeare, Lorca, Whitman. La preparazione tecnica solidissima gli permise di avere un dominio assoluto della forma e del contrappunto. Nel secondo dopoguerra fu criticato (anche aspramente) per il suo linguaggio conservatore, legato in egual misura al romanticismo tardo ottocentesco, all'impressionismo e al folklore spagnolo.
Oggi è ricordato soprattutto per la sua produzione per chitarra, strumento a cui si dedicò con attenzione per tutta la vita, e a cui regalò le sue pagine più ispirate e autobiografiche.

fonte: wikipedia + Andrea Sessa, Il melodramma italiano 1901-1925

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