Félix Nadar
Persona
fotografo
, Parigi, Francia / , Parigi, Francia
Nadar, pseudonimo con cui è conosciuto Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 – Parigi, 21 marzo 1910), è stato un fotografo francese.
È noto soprattutto come pioniere della fotografia.
Gaspard-Félix Tournachon, in arte Nadar, nacque il 6 aprile 1820 a Parigi, figlio di un benestante stampatore-libraio di nome Victor Tournachon. Dopo aver trascorso la fanciullezza a Lione, seguendo gli spostamenti della famiglia (originaria di quella città), il giovane Gaspard-Félix ritornò nella capitale per studiare medicina al College Bourbon. A causa della morte del padre, tuttavia, fu costretto a interrompere la sua formazione scientifica e, per guadagnarsi da vivere, intraprese a Lione la carriera da giornalista: dopo le prime esperienze editoriali, tuttavia, si trasferì nuovamente a Parigi, città che poteva offrirgli più opportunità, e iniziò a collaborare con giornali di moda. Grazie al suo carattere estroverso entrò in contatto con gli ambienti della bohème parigina, stringendo amicizia con Gerard de Nerval, Charles Baudelaire e Théodore de Banville. Nel frattempo si assunse persino la direzione di una rivista, che tuttavia morì dopo pochi numeri a causa di ingenti dissesti finanziari.
Un anno particolarmente significativo per Felix è il 1839, quando adottò lo pseudonimo con il quale si sarebbe consegnato alla storia: Nadar. Intanto, constatato il proprio fallimento come giornalista, scoprì la propria vena come caricaturista e - abbandonata la penna per la matita calligrafica - nel 1846 iniziò la sua collaborazione con il giornale satirico Le Corsair-Satan. Alla vigilia del 1848 a Le Charivari, altro importantissimo giornale satirico, e nel 1849 iniziò la sua attività con Le Revue Comique, colpendo con il proprio scherno caustico e tagliente vari episodi e personaggi dell'epoca, come i Bonapartisti.[1]
Dopo un'infelice esperienza al fronte polacco, dove giunse imbevuto di patriottismo sotto il falso nome di «Nadarsky» (venne poi catturato e messo ai lavori forzati),[2] Nadar approdò finalmente alla fotografia, disciplina nella quale avrebbe poi eccelso. Il suo incontro con la fotografia si deve alle difficoltà economiche che tormentavano il fratello Adrien, il quale - su consiglio dello stesso Nadar - si accostò all'atelier di Gustave Le Gray, un fotografo che godeva di grandissima popolarità nella Parigi del tempo, nella prospettiva di imparare un mestiere fruttuoso. Mosso da un'atavica attrazione per le novità tecnologiche e per la sperimentazione, anche Nadar si interessò alla fotografia e, dopo aver fruito degli insegnamenti di Bertsch e di Arnaud, subito inaugurò un atelier presso la propria dimora, dove abitava con la madre.[1][3]
A partire dal 1854 Nadar iniziò a dedicarsi alla sua prima opera fotografica significativa, il Panthéon Nadar, un'imponente galleria di foto dove passò in rassegna le maggiori personalità del tempo, come Charles Baudelaire, Gioacchino Rossini ed Édouard Manet. Nel 1860 Nadar aveva ormai acquisito notorietà nazionale, non solo per la titanica impresa del Panthéon, ma anche grazie alle altre iniziative delle quali fu protagonista. Nel 1858, per esempio, solcò con una mongolfiera i cieli di Parigi, e in questo modo poté sperimentare le potenzialità della fotografia aerea.
Nadar fu in effetti un appassionato amante dell'aerostatica. Costruì un enorme (6000 m³) pallone ad aria calda battezzato Le Géant (Il gigante), ispirando così l'amico Jules Verne a scrivere il romanzo Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon). Il fallimento di Le Géant lo convinse che il futuro dell'aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più «pesanti dell'aria», istituendo nel 1863 un consorzio per la loro promozione (nella quale rivestiva la carica di presidente e Verne di segretario), in seno al quale compì in aerostato diverse ascensioni nel cielo della Francia e della Germania. Fu anche fonte di ispirazione per il personaggio di Michel Ardan, protagonista del romanzo protofantascientifico Dalla Terra alla Luna di Verne. Nadar coniugò la passione per l'aerostatica anche al proprio patriottismo, partecipando nel 1870-71 alla difesa di Parigi insieme ad altri aerostieri nell'ambito della guerra franco-prussiana.[4]
Nadar fondò il proprio atelier al nº 35 di Boulevard des Capucines, per poi passare nel 1872 al nº 51 di Rue d’Anjou St. Honoré, locazione meno prestigiosa ma certamente più economica. L'altro studio, anche se veniva gestito dalla moglie Ernestine Costance Lefèvre (che sposò nel 1854) e dal figlio Paul, veniva comunque utilizzato dal Nadar per manifestazioni culturali e artistiche di rilievo. Basti per tutti l'esempio della prima mostra collettiva dei pittori impressionisti, la quale venne organizzata il 15 aprile 1874 da alcuni artisti destinati a divenire celeberrimi, come Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir e altri; ebbene, quest'esposizione venne ospitata proprio nei locali dello studio di Boulevard des Capucines, che Nadar mise gratuitamente a disposizione del gruppo di giovani artisti, come attestato di stima verso quel modo di dipingere così innovativo.[5]
Nei suoi ultimi anni di vita Nadar, trasferitosi in campagna insieme alla moglie, abbandonò la fotografia e si cimentò nella letteratura, scrivendo un volume denominato Quand j’étais photographe. Morto il 21 marzo 1910 a Parigi, stroncato da una grave forma di broncopolmonite, Nadar venne infine sepolto nel cimitero di Père Lachaise.
fonte: wikipedia
Biografia
Indirizzo: Rue d'Anjou 51, Paris
113, rue Saint-Lazare, A partir de 1855, Paris.
35, boulevard des Capucines, A partir de 1861, Paris.
51, rue d'Anjou, Paris.
Note :Atelier fondé par Félix Nadar en 1855. Il cède, en 1895, son atelier à son fils Paul, qui l'assiste depuis quelques années. L'activité de l'atelier s'arrête avec la mort de Paul en 1939
Nadar fu caricaturista per Le Charivari nel 1848. Nel 1849 creò Le Revue comique e Le Petit journal pour rire. Le sue prime fotografie risalgono al 1853; realizzò nel 1858 le prime fotografie aeree della storia, le prime foto scattate da un aerostato; sperimentò inoltre l'impiego della luce artificiale nella fotografia. Per le sue immagini vellutate si vide regalare il titolo di “Tiziano della fotografia”.
Dal 1863, Nadar costruì un enorme (6000 m3) pallone ad aria calda battezzato Le Géant ("Il gigante"), ispirando così l'amico Jules Verne a scrivere il romanzo Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon). Il fallimento di Le Géant lo convinse che il futuro dell'aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più pesanti dell'aria, istituendo un'associazione per la loro promozione, nella quale rivestiva la carica di presidente e Verne di segretario. Fu anche fonte di ispirazione per il personaggio di Michel Ardan, protagonista del romanzo protofantascientifico Dalla Terra alla Luna di Verne.
Ritrasse in famose serie di fotografie e di caricature i celebri personaggi del suo tempo (Panthéon Nadar, 1854).
Nel suo studio di Boulevard des Capucines a Parigi nell'aprile del 1874 ospitò la primissima mostra collettiva dei pittori impressionisti, contribuendo alla nascita della loro fama.
Furono suoi clienti Baudelaire, Bakunin, Champfleury, Delacroix, Dantan, Doré, Nerval e nel 1885 fotografò Victor Hugo nel suo letto di morte. Gli sono inoltre attribuite la pubblicazione della prima foto-intervista (nel 1886) e la realizzazione di foto erotiche.
Scrisse articoli per «La Vogue», «Le Négociateun>, «L'Audience», «Corsaire», «Le Charivari». Nel 1849 fondò la «Revue comique».
Scomparso nel 1910, Nadar fu sepolto nel Cimitero di Père Lachaise a Parigi.
fonte: wikipedia
Pseudonimo del fotografo, caricaturista, aeronauta e scrittore Félix Tournachon (Parigi 1820 - ivi 1910). Fondatore (1849) della Revue comique, autore di racconti e di memorie, ha lasciato nel Panthéon Nadar (1854) una vera e propria galleria delle celebrità del tempo. Si dedicò anche alla fotografia e fu amico di molti artisti, ad alcuni dei quali fece ritratti penetrantissimi (Ch. Baudelaire, H. de Balzac, S. Bernhardt, ecc.); tra l'altro, nel 1874, mise i suoi studî a disposizione dei futuri impressionisti, che vi organizzarono la prima mostra della "Società anonima degli artisti pittori, scultori e incisori". Compì in aerostato numerose ascensioni nel cielo di Parigi e partecipò, a capo di una compagnia di aerostieri, alla difesa della capitale durante la guerra franco-prussiana (1870-71).
fonte: treccani.it
Nadar, pseudonimo con cui è conosciuto Gaspard-Félix Tournachon (Parigi, 6 aprile 1820 – Parigi, 21 marzo 1910), è stato un fotografo francese.
È noto soprattutto come pioniere della fotografia.
Gaspard-Félix Tournachon, in arte Nadar, nacque il 6 aprile 1820 a Parigi, figlio di un benestante stampatore-libraio di nome Victor Tournachon. Dopo aver trascorso la fanciullezza a Lione, seguendo gli spostamenti della famiglia (originaria di quella città), il giovane Gaspard-Félix ritornò nella capitale per studiare medicina al College Bourbon. A causa della morte del padre, tuttavia, fu costretto a interrompere la sua formazione scientifica e, per guadagnarsi da vivere, intraprese a Lione la carriera da giornalista: dopo le prime esperienze editoriali, tuttavia, si trasferì nuovamente a Parigi, città che poteva offrirgli più opportunità, e iniziò a collaborare con giornali di moda. Grazie al suo carattere estroverso entrò in contatto con gli ambienti della bohème parigina, stringendo amicizia con Gerard de Nerval, Charles Baudelaire e Théodore de Banville. Nel frattempo si assunse persino la direzione di una rivista, che tuttavia morì dopo pochi numeri a causa di ingenti dissesti finanziari.
Un anno particolarmente significativo per Felix è il 1839, quando adottò lo pseudonimo con il quale si sarebbe consegnato alla storia: Nadar. Intanto, constatato il proprio fallimento come giornalista, scoprì la propria vena come caricaturista e - abbandonata la penna per la matita calligrafica - nel 1846 iniziò la sua collaborazione con il giornale satirico Le Corsair-Satan. Alla vigilia del 1848 a Le Charivari, altro importantissimo giornale satirico, e nel 1849 iniziò la sua attività con Le Revue Comique, colpendo con il proprio scherno caustico e tagliente vari episodi e personaggi dell'epoca, come i Bonapartisti.[1]
Dopo un'infelice esperienza al fronte polacco, dove giunse imbevuto di patriottismo sotto il falso nome di «Nadarsky» (venne poi catturato e messo ai lavori forzati),[2] Nadar approdò finalmente alla fotografia, disciplina nella quale avrebbe poi eccelso. Il suo incontro con la fotografia si deve alle difficoltà economiche che tormentavano il fratello Adrien, il quale - su consiglio dello stesso Nadar - si accostò all'atelier di Gustave Le Gray, un fotografo che godeva di grandissima popolarità nella Parigi del tempo, nella prospettiva di imparare un mestiere fruttuoso. Mosso da un'atavica attrazione per le novità tecnologiche e per la sperimentazione, anche Nadar si interessò alla fotografia e, dopo aver fruito degli insegnamenti di Bertsch e di Arnaud, subito inaugurò un atelier presso la propria dimora, dove abitava con la madre.[1][3]
A partire dal 1854 Nadar iniziò a dedicarsi alla sua prima opera fotografica significativa, il Panthéon Nadar, un'imponente galleria di foto dove passò in rassegna le maggiori personalità del tempo, come Charles Baudelaire, Gioacchino Rossini ed Édouard Manet. Nel 1860 Nadar aveva ormai acquisito notorietà nazionale, non solo per la titanica impresa del Panthéon, ma anche grazie alle altre iniziative delle quali fu protagonista. Nel 1858, per esempio, solcò con una mongolfiera i cieli di Parigi, e in questo modo poté sperimentare le potenzialità della fotografia aerea.
Nadar fu in effetti un appassionato amante dell'aerostatica. Costruì un enorme (6000 m³) pallone ad aria calda battezzato Le Géant (Il gigante), ispirando così l'amico Jules Verne a scrivere il romanzo Cinque settimane in pallone (Cinq semaines en ballon). Il fallimento di Le Géant lo convinse che il futuro dell'aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più «pesanti dell'aria», istituendo nel 1863 un consorzio per la loro promozione (nella quale rivestiva la carica di presidente e Verne di segretario), in seno al quale compì in aerostato diverse ascensioni nel cielo della Francia e della Germania. Fu anche fonte di ispirazione per il personaggio di Michel Ardan, protagonista del romanzo protofantascientifico Dalla Terra alla Luna di Verne. Nadar coniugò la passione per l'aerostatica anche al proprio patriottismo, partecipando nel 1870-71 alla difesa di Parigi insieme ad altri aerostieri nell'ambito della guerra franco-prussiana.[4]
Nadar fondò il proprio atelier al nº 35 di Boulevard des Capucines, per poi passare nel 1872 al nº 51 di Rue d’Anjou St. Honoré, locazione meno prestigiosa ma certamente più economica. L'altro studio, anche se veniva gestito dalla moglie Ernestine Costance Lefèvre (che sposò nel 1854) e dal figlio Paul, veniva comunque utilizzato dal Nadar per manifestazioni culturali e artistiche di rilievo. Basti per tutti l'esempio della prima mostra collettiva dei pittori impressionisti, la quale venne organizzata il 15 aprile 1874 da alcuni artisti destinati a divenire celeberrimi, come Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir e altri; ebbene, quest'esposizione venne ospitata proprio nei locali dello studio di Boulevard des Capucines, che Nadar mise gratuitamente a disposizione del gruppo di giovani artisti, come attestato di stima verso quel modo di dipingere così innovativo.[5]
Nei suoi ultimi anni di vita Nadar, trasferitosi in campagna insieme alla moglie, abbandonò la fotografia e si cimentò nella letteratura, scrivendo un volume denominato Quand j’étais photographe. Morto il 21 marzo 1910 a Parigi, stroncato da una grave forma di broncopolmonite, Nadar venne infine sepolto nel cimitero di Père Lachaise.
fonte: wikipedia