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Giovan Battista Poletto

Persona

fotografo

, Roma / , Roma

Roma, Via della Mercede 16

Nato a Roma il 2 ottobre 1915, negli anni Trenta si iscrive a un corso per fotografi d’aviazione organizzato dal ministero dell’Aeronautica e poco dopo inizia la carriera di fotografo professionista presso l’Ala Littoria, che lo assume per effettuare riprese aeree. Durante la guerra presta servizio in aeronautica come fotografo di laboratorio. In seguito, abbandonata la fotografia aerea si dedica a quella di reportage, collaborando con diverse testate e avviando i primi contatti col mondo del cinema.

Nel 1949 avviene l’incontro decisivo per la sua carriera, quello con Roberto Rossellini, che lo vuole come fotografo sul set di
Stromboli (Terra di Dio). Nel 1950 il produttore Goffredo Lombardo, a capo della Titanus, gli offre un contratto in esclusiva per diventare il fotografo di scena di tutti i film prodotti dalla casa cinematografica. Grazie a questo incarico la sua agenzia arriverà a contare 19 persone tra fotografi e stampatori. Ha continuato sino alla fine a dedicarsi al suo laboratorio fotografico, in cui dal 1966 inizia a lavorare anche la figlia Donatella.







Biografia   

Indirizzo: Roma, Via della Mercede 16



POLETTO, Giovanni Battista. – Nacque a Roma il 2 ottobre 1915 da Vittorio, originario di Rovigo, e da Assunta Battistini, di Cesena.

Frequentò le scuole elementari nel quartiere Pinciano, dove era nato, e una volta ottenuta la licenza di scuola media, decise di non proseguire gli studi. Negli anni Trenta si iscrisse a un corso per fotografi d’aviazione organizzato dal ministero dell’Aeronautica. Poco dopo iniziò la carriera di fotografo professionista presso l’Ala Littoria, che lo assunse per effettuare riprese aerofotogrammetriche, ovvero fotografie aeree. Durante la guerra prestò servizio in aeronautica come fotografo di laboratorio. Trasferito a Volta Mantovana, il 31 dicembre 1943, conobbe la diciottenne Paola Panizza, originaria del luogo, con la quale si fidanzò un mese più tardi e che sposò nel 1946. Dal matrimonio nacquero quattro figli: Donatella (1947), Carlo (1949), Laura (1953) e Alessandra (1958).

Una volta rientrato a Roma con la moglie, Poletto abbandonò la fotografia aerea in favore di quella di reportage, e iniziò a collaborare con alcuni rotocalchi, tra cui i settimanali L’Europeo e Oggi e avviò i primi contatti con il mondo del cinema.

Nel 1949 avvenne l’incontro decisivo per la sua carriera, quello con Roberto Rossellini, che lo volle come fotografo sul set di Stromboli (Terra di Dio). Nel 1950 il produttore Goffredo Lombardo, a capo di una delle maggiori case di produzione dell’epoca, la Titanus, gli offrì un contratto di esclusiva, offerta anomala per i tempi, che lo impegnava a essere il fotografo di scena per tutti i film prodotti dalla casa cinematografica. Per far fronte alla crescente mole di lavoro, Poletto fu costretto ad ampliare notevolmente il numero di dipendenti dell’agenzia – aperta poco prima nel centro di Roma, in via della Mercede 16 – che arrivò a contare 19 impiegati tra fotografi e stampatori.

La figura del fotografo di scena fu considerata a lungo marginale e soltanto nel dopoguerra cominciò a farsi strada all’interno dell’équipe cinematografica, continuando però a godere di poche tutele: ad esempio, l’iscrizione all’ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Lavoratori dello Spettacolo) fu consentita solo diversi anni più tardi. Fu grazie all’AIFC (Associazione Italiana Fotografi di Scena), di cui faceva parte lo stesso Poletto, riconosciuta nel 1956 dall’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive multimediali), che si arrivò a imporre in ogni set la presenza di questa importante figura professionale.

Per ‘G.B.Poletto’ – come era solito firmare le sue foto – la prima metà degli anni Cinquanta fu molto intensa sul piano professionale, con la copertura in media di undici set l’anno. Nel 1951 lavorò due volte con il regista e scrittore Mario Soldati (O.K. Nerone; È l’amor che mi rovina), nel 1952 firmò due episodi de I sette peccati capitali (L’invidia di Rossellini e Avarizia ed ira di Eduardo De Filippo, con il quale lavorò nello stesso anno in Marito e moglie e Ragazze da marito). L’anno successivo fu testimone dell’esordio alla regia di Antonio Pietrangeli con Il sole negli occhi, che fruttò al regista un Nastro d’argento; firmò inoltre le foto di scena di Un marito per Anna Zaccheo di Giuseppe De Santis (con il quale collaborò anche per Uomini e lupi, 1957) e di Viaggio in Italia (1954) di Rossellini, con il quale nel frattempo aveva stretto un rapporto di reciproca stima e amicizia.

Come raccontò lui stesso, assistette all’ultimo saluto della coppia Roberto Rossellini - Ingrid Bergman prima della loro separazione, ma decise di buttar via il rullo delle foto appena scattate, pur sapendo che quelle immagini gli avrebbero garantito ingenti compensi. L’attrice ne apprezzò la discrezione e la sensibilità; onestà intellettuale e serietà caratterizzarono sia la vita lavorativa sia quella affettiva del fotografo.

[...]

L’ultimo film per il quale lavorò fu Pane e cioccolata (1973) di Franco Brusati, interpretato da Nino Manfredi, suo caro amico. Sino alla fine continuò a dedicarsi a tempo pieno al suo laboratorio fotografico, in cui dal 1966 aveva iniziato a lavorare anche sua figlia Donatella.

Morì a Roma il 5 gennaio 1988.
















fonte: Treccani

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