Tipografia Michelini
Ente
tipografo
Biografia
Emiliano Michelini
Mori 1786-1802
Risale al 1786 la prima edizione finora censita di questa tipografia, mentre l'ultima è datata 1802. Dopo quella data, il suo fondatore, Emiliano Michelini, si trasferì a Lendinara ove proseguì l'attività per almeno altri quaranta anni.
A Mori aveva sede in contrada Gerole, in una minuscola casa che il Michelini – figlio di Gaudenzio Pio, a sua volta stampatore in Arco - poté acquistare nel 1798. L'inizio dell'attività è documentato da una traduzione della lettera XII di San Girolamo scritta a Nepoziano, stampata da Emiliano Michelini e da un non meglio identificato “dal Bosco compagno”, probabilmente parente della moglie. A questo primo socio subentrò l'anno successivo (1787) un compositore di stamperia vicentino, Stefano Tetoldini, che aveva già lavorato a Trento per il Monauni ed il Battisti e che non godeva di buona fama presso il principe vescovo di Trento. Pur sottoposta a un rigido controllo dalle autorità preposte alla censura e osteggiata dalla vicinanza del concorrente roveretano, Francesco Antonio Marchesani, che tentò in vari modi di impedirne l'attività, la stamperia di Mori seppe comunque ritagliarsi un minimo spazio vitale, e tra il 1786 ed il 1802 pubblicò poco più di una cinquantina di titoli, in gran parte semplici fogli volanti e componimenti d'occasione, ma non mancarono opere di maggior spessore.
Nel 1792 la società si sciolse e la proprietà della stamperia passò per breve tempo nelle mani dei cognati del Michelini. Tornato ben presto in attibità, Emiliano proseguì da solo nell'attività fino al 1800, anno in cui costituì una società con un collega padovano, Michele Conzatti, il quale avrebbe dovuto portare a Mori tutta la sua attrezzatura che all'epoca si trovava a Lendinara, gravata di debiti per l'ammontare di 600 fiorini. La scelta si rivelò fatale, nel giro di un solo anno il Conzatti accumulò altri debiti che, fuggendo a Trieste, lasciò in eredità all'incolpevole socio. Nonostante l'impegno del Michelini per salvare il salvabile e far fronte ai numerosi creditori, il tipografo moriano dovette ben presto rassegnarsi a chiudere bottega e a trasferirsi, nel 1802, a Lendinara, ove le sue attrezzature vi erano giunte, pignorate da quella Comunità per via delle antiche pendenze mai saldate dal Conzatti.
Bibliografia
Hausbergher 1996
Tomasi 2005
Zieger 1960
fonte: esterbib.it