Contenuto / Corrispondenza
Lettera di Alfredo Colombo a Giacomo Puccini
Milano
Valcarenghi Renzo (mittente)
Colombo Alfredo (mittente)
Puccini Giacomo (destinatario)
Trascrizione
Milano 16 Febbraio 1922
Illm°. Sig. Comm. M°. Giacomo Puccini
MILANO
Riceviamo con vero rincrescimento e con non minore sorpresa la stim. Sua del 12 corr. riguardante due fatti dei quali mai abbiamo pensato o potuto pensare di "tenerLa all'oscuro".
Quanto alla questione dell'Avalon, definita con una transazione circa la quale vediamo che la Casa Remisck Le ha dato particolari maggiori di quelli fino ad oggi comunicatici dalla nostra Casa di New-York, si tratta di una delle molte vertenze che, a nostre spese ed a nostro rischio - le une e l'altro spesso assai rilevanti - affrontiamo a tutela del diritto di edizione - (i cui proventi sono di nostra esclusiva spettanza) - contro le varie forme di contraffazione. Le relative eventuali indennità, come le possibili perdite, riguardano quindi soltanto l'editore.
Circa il "Cio-cio-san" già Le abbiamo spiegato che la nostra Casa di New-York, ad evitare che attraverso le maglie della complicata legislazione americana potesse passare una facile riduzione a fox-trot da parte di terzi, dei brani in questione, ha ritenuto di cautelarsi prendendo essa il relativo Copyright. La riduzione, fatta unicamente per questo motivo, non doveva uscire dagli Stati Uniti, e la uscita di qualche copia da quel paese non può essere che casuale indiretta ed involontaria. Certo è che, desiderosi di nulla fare, nell'esercizio del diritto d'autore cedutoci, che possa tornare meno gradito all'Autore, e tanto più quanto questi è il Maestro Puccini, non abbiamo voluto trincerarci, come pure avremmo potuto, dietro le questioni di diritto: e già prima della Sua lettera abbiamo dato tassative disposizioni affinché del "Cio- cio-san" non venga più né stampata né venduta una copia.
Confidiamo di avere con ciò nuovamente spiegato nel modo più esauriente fatti sui quali ci siamo del resto già intrattenuti di presenza anche in questi giorni. Ci consenta soltanto, illustre Maestro, di esprimere ancora tutto il dispiacere che ci ha procurato il ricevere da Lei, e proprio in questi momenti di quotidiani rapporti personali, una lettera nella quale la devota, fervida, amichevole opera di tanti anni non ha suggerito che l'inatteso e ingiusto rimprovero di "lesioni di carattere morale ed economico".
Accolga i nostri distinti saluti.
Renzo Valcarenghi A Colombo