Contenuto / Corrispondenza
Lettera di Giulio Ricordi a Giacomo Puccini
02 Maggio 1902
Madama Butterfly
Milano
Ricordi Giulio (mittente)
Puccini Giacomo (destinatario)
Tornaghi Eugenio (soggetto menzionato)
Giacosa Giuseppe (soggetto menzionato)
Ricordi Righetti Carla (soggetto menzionato)
Illica Luigi (soggetto menzionato)
Trascrizione
2 Maggio 1902
Caris. Puccini
Perché io possa scriverle con calma, non posso dirle parola della terribile sventura da cui siamo colpiti! – Mi sarebbe impossibile tenere la testa a casa. Solo le dirò che mantenendosi le condizioni generali piuttosto buone, persiste la perdita della parola. Coscienza lucida, completa – Terribile – Anzi orribile!
Eccole copia intiero 2° atto, che ho fatto pazientemente confrontando Giacosa, Illica ed il piccolo dramma originale, dal quale presi le indicazioni sceniche veramente preziose lasciate, come al solito, a parte dal troppo comodo Giacosa. La mia impressione complessiva è che l’atto così va bene ma presenta i seguenti difetti:
- eccessiva la parte di Butterfly, oltre che per le parole, per l’azione continua, faticosa: a ciò potrà Lei rimediare in gran parte, coll’arte sua, onde lo sforzo vocale sia ridotto al minimo possibile.
- in genere, mancanza di linguaggio caratteristico – sono parole, pensieri, lirica, prettamente italiani!... in taluni punti la lirica ha dell’opera comica, del Crispino e la comare, come a pag.a 5:
Là un bravo giudice
……..
seduto in seggiola
……..
ha la traveggola
del pettinar.
Qualche paroletta l’ho cambiata copiandola. C’era un: Così sia di Suzuki che faceva a pugni e sembrava la risposta di un chierico!.... Del resto, a questa deficienza di carattere rimedierà senza dubbio Lei, colla sua musica – e così può darsi che il pubblico non se ne accorgerà – Ciò che mi pare affatto mancata è la scena dei fiori, anche per l’effetto di esecuzione. Come farà Suzuki a cantare in giardino?... fuori di scena?... andare a tempo?... ed ancora passi questo per una prima strofa!... ma una seconda?... Se vorrà unire le voci, sarà impossibile! – Poi che scena fredda… cosa farà Butterfly?... come vedrà, ho immaginato che la servente le getti dei fiori - Trovo poi che questa lirica è più addatta a 2 figurine del collegio reale di Firenze che non per due donne giapponesi!
- quelle: augurose
soglie festanti …. possibili?
- e Suzuki che fa mordere la cesoja – per rimare con gioja!
Usano forbici al Giappone, per tagliare i fiori?... Chissà… in ogni modo è pericoloso il servirsene!
Avrei capito la scena così: Suzuki in giardino – la prima parte può andare scenicamente, modificando la lirica = ma la seconda la farei col ritorno in camera di Suzuki, con una gran bracciata di fiori – parte ne prende Butterfly, e le due donne cantando (e magari con qualche passo di danza di Butterfly) ornano la camera: per occupare il marmocchio, che dovrebbe sempre stare lì come uno stupido, potrebbero gettargli dei fiori, che so io! – Mi pare possa diventare una pagina scenicamente e musicalmente squisita – Così come è no! - -
Imitando un poco la poesia chinese (e sarà molto probabile uguale la giapponese) si devono usare una quantità di immagini, e queste le offrono benissimo i fiori –
Veda ad esempio la maccheronica poesia qui unita: è un informe embrione, ma mi pare rispondere meglio al carattere delle due donne, ed al loro pensiero.
Quanto alla divisione degli atti, per me non v’ha dubbio che questo atto 2 è un atto completo, che richiede un riposo di mente e di orecchio.
Invece, il quadro del Consolato, ed il ritorno alla stessa scena dinter Atto 2, mi sembra si prestino benissimo ad un intermezzo che unisca i due quadri, e che riuscirà così razionale e più interessante.
Tornaghi mi annuncia ch’Ella sta lavorando all’Atto 1° - me ne compiaccio grandemente e può immaginarsi quale ansietà sia la mia per udire le primizie del suo lavoro.
Ma badi, caro Puccini, al Giacosa: adesso che si è liberato di questo 2° Atto, è capacissimo di farci sospirare la fine del libretto per un anno intiero! Non lo lasci tranquillo! – esiga, e presto, la rimanenza e dichiari risolutamente che senza libretto compiuto, Ella non può fare lavoro utile – Continui, continui a punzecchiare Giacosa!!.. anche a costo d’irritarlo – meglio l’irritazione, che l’accidia completa!! – Ma, perchè, il libretto finito, ci vuole – e mi pare che siamo tutti in diritto di pretenderlo. Così dopo penseremo agli scenarî, ai figurini!.. e non sarà tempo gettato.
Caro Puccini, salti cordiali a Lei, ai suoi.
Aff. Suo
Giulio Ricordi